Le precisazioni e le proposte di Luigi D’Antuono a Pasquale Mauri

Riceviamo e pubblichiamo:

Luigi D'AntuonoPRECISAZIONI  E  PROPOSTE  A  MAURI      

Egregio dott. Mauri,

Prendo atto con piacere che il Mauri semplice cittadino è molto più compito e pacato del Mauri primo cittadino che riempie di contumelie il nemico di turno (vedasi verbali del Consiglio Comunale), per cui gli consiglierei, in nome dell’immagine positiva delle istituzioni angresi, di mettersi più spesso questo vestito. Se qualcuno ha potuto pensare che lei fosse il mandante delle citazioni, forse è dovuto anche alle sue continue intemperanze ed al fatto che in ognuno degli ultimi consigli comunali l’argomento preferito della maggioranza è stato quello di sparare (metaforicamente) sulla stampa locale.

Non mi compete intervenire sugli errori e le accuse fatte da altri, ma è mio dovere risponderle, immediatamente e personalmente, su due questioni di fondo: le citazioni per diffamazione dell’avv. Pentangelo e il mio modo di fare il giornalista.

ILLEGITTIMITÁ SETTORE  AVVOCATURA. Non si arrampichi sugli specchi: non mi sono mai permesso (come potevo!) di valutare la qualità e la quantità del lavoro svolto dall’avv. Pentangelo; con i miei articoli ho posto due problemi concreti, che lei, nella sua cortese lettera, ha scientemente evitato di affrontare: 1) partendo da episodi reali e oggettivi, ho segnalato che c’erano avvocati figliastri, che, nonostante sentenze favorevoli del Tar, per essere pagati  (alla fine quasi il doppio) hanno dovuto far nominare addirittura un Commissario ad acta e avvocati privilegiati, a cui sono state  firmate determine di impegno appena dopo poche settimane dal riconoscimento del debito. È VERO O NON È VERO ? 2) in base alla normativa vigente, l’Avvocato del Comune, per poter difendere l’Ente in giudizio, deve essere iscritto in un elenco speciale che, tra le altre condizioni, gli impone di non svolgere “gestione amministrativa”, pena la cancellazione dall’elenco. Finché c’era l’ufficio legale (in staff) nessun problema; nel momento in cui l’avvocato diventa capo settore, diventa anche titolare di centri di spesa nell’ambito del “Piano esecutivo di gestione”, sottoscrive le determine di impegno e, quindi, fa gestione amministrativa! È VERO O NON È VERO ? Questi sono i due punti essenziali e proprio su questi due punti le sue osservazioni sono assolutamente elusive e deficitarie, nonostante le sue promesse nella qualità di “ notorio combattente”!!! Inoltre, delle tante lodevoli attività portate a buon fine dopo l’istituzione dell’UOC Avvocatura, mi spiega, di grazia, quali non si potevano realizzare se fosse restato in  vita l’Ufficio legale? L’avv. Pentangelo può pensare quel che vuole, il problema non è personale, ma politico, nel senso che è stato segnalato un’”anomalia” nell’interesse, presente e futuro, della collettività. Del resto, il Sindaco si è mai chiesto perché nessuna delle precedenti Amministrazioni, pur sollecitata, abbia mai preso la stessa decisione? Ad adiuvandum, voglio solo ricordare a tutti che nel periodo in cui sono stato consigliere, assessore e ViceSindaco, non ho mai dato occasione (tranne una volta) all’avv. Pentangelo di lamentarsi della mia attività; anzi, poiché ho buona memoria, ricordo che quando, nel 1990, l’amico Sindaco Peppe Chiavazzo istituì l’Ufficio legale, io, nonostante fossi un neoconsigliere d’opposizione, dichiarai pubblicamente di essere favorevole alla decisione, visto che offriva vantaggi economici al Comune e professionali ai funzionari.

POLITICA  O  INFORMAZIONE ? Prendo atto, con piacere, degli elogi che lei fa ad ANGRI ’80 e del fatto che non lo coinvolga nella questione; ringrazio, altresì, della stima manifestata nei miei confronti. Debbo, però, farle notare che io non ho fatto nessuna scelta preconcetta di opposizione, tant’è vero che in alcuni casi ( pochi in verità e non per colpa mia) ho anche evidenziato scelte positive e atteggiamenti encomiabili di singoli consiglieri. Le ricordo, altresì, che ho dovuto interrompere la rubrica “Caro Sindaco, ti scrivo …”, perché alle lettere aperte, scritte nello spirito costruttivo da lei, anche in questa occasione, auspicato, non sono arrivate più risposte. Infine, sono costretto ancora una volta a ricordarle che per esserci faziosità ci devono essere forzature al limite della bugia; lei sa benissimo che non ci sono mai state, altrimenti le citazioni e le querele sarebbero partite già da tempo; lei sa benissimo che né ANGRI ’80 né il sottoscritto hanno mai fatto speculazioni, né tanto meno sulle varie travagliate vicende che hanno riguardato lei e la sua Amministrazione. Anzi, siamo stati accusati di essere stati troppo morbidi.

Anche in questo caso, nonostante si proclami “notorio combattente”, lei evita di entrare nel merito (degli articoli) e, ancora una volta, ripete un vecchio errore: confondere la politica tout court con il giornalismo impegnato, che, da decine d’anni, si batte per la crescita socioculturale, per la dialettica democratica, per la legalità (tema questo che ha rappresentato il vero enorme spartiacque tra il suo Sindacato e la migliore società civile di questo paese). Il giornalismo che fa parlare i fatti e che, libero da condizionamenti, non fa sconti a nessuno, fa bene alla democrazia; quello acriticamente allineato viene meno al suo ruolo e non fa crescere il sistema democratico. Del resto, volendo anche accettare le sue categorie, lei sa benissimo che non svolgo attività politica attiva da anni e che, oltretutto, a livello locale, dissento totalmente dalla (non) classe dirigente del partito di cui mi onoro di avere la tessera.

Per concludere, voglio accettare la sua sfida e scendere anche sul terreno delle proposte. Premesso che lei, sul piano della promozione culturale, ha riportato indietro di decenni questo paese con la politica discrezionale e clientelare dei patrocini deliberati dalla Giunta. Premesso che, grazie al lavoro congiunto mio e suo, da opposte sponde, il nostro Comune si era dotato, anni fa, di un Regolamento dei contributi alle Associazioni culturali serio, oggettivo e non clientelare. Premesso che molte Associazioni culturali sono prive di sede e, quindi, sono limitate nelle proprie attività, mentre immobili comunali sono assegnate ad Associazioni, i cui membri hanno come massimo impegno quello di giocare a carte, le propongo di recuperare il regolamento, di fare anche eventuali modifiche migliorative e, poi, ripristinarlo ed attuarlo. Nel contempo, le propongo di fare un censimento degli immobili all’uopo disponibili, ivi compreso Palazzo Doria, ed assegnarli alle Associazioni socio culturali attive sul territorio.  Ovviamente, per sgombrare il campo da qualsiasi illazione su questa mia proposta, mi impegno, come Centro Iniziative culturali, a non fare alcuna richiesta sia economica sia di immobili, fino alla fine della consiliatura. Presumo che, da “notorio combattente” qual é, accetterà la sfida; in tal caso, mi ritenga , insieme alla mia Associazione, a sua completa disposizione.

La saluto pacatamente e cordialmente

Luigi D’Antuono

 

Parole Chiave: news, angri 80, luigi d'antuono, antonio pentangelo

Pubblicato il 26 Gennaio 2013 da La Redazione


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