Ma l’acqua va pagata, o no? L’amministratore delegato di Gori Spa ci scrive

“L’acqua va pagata perchè per trasportarla nelle case della gente occorrono investimenti, potabilizzazione, energia elettrica, manutenzione...”

acqua pubblicaAl fine di ampliare ed allargare il dibattito iniziato alcuni giorni  fa, ripubblico il commento inviatoci venerdì scorso dall’amministratore delegato della Gori Spa Giovanni Marati, non prima di aver chiarito che le mie considerazioni erano necessariamente incomplete, essendomi limitato al solo aspetto del pagamento, su richiesta di un lettore. Non ho espresso quindi le mie valutazioni sulla gestione attuale del servizio idrico e sulle numerose proposte operative che pure possono essere fatte, nella situazione attuale, per diminuire costi e inefficienze, diminuire il costo finale al consumatore e migliorare il servizio pubblico dell’erogazione dell’acqua. Il dibattito è aperto a tutti, partiti, consiglieri comunali, associazioni, comitati, e cittadini comuni (A.S.)

L'ing. Giovanni Marati ci ha scritto:

ing. Giovanni Marati, a.d. Gori SpaCaro direttore, cari lettori,
mi complimento! è bene che si cominci finalmente a dibattere seriamente sul tema. La GORI fornisce un SERVIZIO PUBBLICO distribuendo una risorsa, quella idrica, che è pubblica. Pubblica non significa comunale ma di tutti i cittadini del Paese. La Regione Campania prende acqua dal Lazio e dal Molise ma fornisce acqua alla Puglia ed è giusto che sia così perché è un bene primario che deve essere garantito a tutti i cittadini. Ma garantire il bene non significa garantire che tale bene debba essere fornito gratuitamente. Se fosse così, immaginate come verrebbe sprecato! Per trasportarlo nelle case della gente occorrono investimenti, potabilizzazione, energia elettrica, manutenzioni, ecc...per non parlare poi delle attività necessarie allo smaltimento ed alla depurazione delle acque di scarico. Chiunque svolga questi SERVIZI sostiene un costo che, sulla base dei principi comunitari, deve essere sostenuto attraverso la tariffazione. E senza incassi il gestore non può garantire quel servizio "ottimale" che giustamente i cittadini richiedono.
Il mancato pagamento delle bollette comporta solo elevate spese legali, interessi moratori, penali che arricchiscono solo gli studi legali e si ripercuotono, prima o poi, sui cittadini inadempienti.
I migliori saluti.
Giovanni Marati, Amministratore Delegato di GORI S.p.A.

Nel dibattito è già intervenuto Lello Alfano, ex segretario Udc Angri
Egr. AD della GORI, il Suo ragionamento fila, come filerebbe quello di un AD di una normale società per azione; società che per costituzione è orientata al profitto, ovvero a remunerare il capitale. Il concetto di PUBBLICITA' del servizio e della risorsa da distribuire DEVE essere esteso anche al CAPITALE che fonda una società come la GORI. Per questo è un non senso che una società di tal fatta debba produrre PROFITTO. Un'altro limite dell'azione della GORI è che il management e gli organi amministrativi DERIVANO direttamente da altri enti, il cui vertice è eletto democraticamente e direttamente dal popolo. Così per la GORI e per tutti gli altri enti intermedi che la "politica" negli ultimi vent'anni ha inventato per gestire in modo OTTIMALE i servizi pubblici così come li ha ben definiti Lei. Ma il popolo in questi percorsi già non c'è più: sono i politici che riequilibrano le rappresentanze secondo logiche ignote ai più. Ovviamente non è Lei che deve ovviare a questi limiti; ma la gente riesce ad intuire tutto ciò e qualcuno poi li sfrutta secondo i propri scopi (economici o politici). L'acqua non è una merce qualsiasi per il semplice fatto che non è fungibile o sostituibile con qualcos'altro. Persino l'elettricità o il gas hanno alternative. Ma l'acqua no. Da AD potrebbe battersi perché il criterio del minimo vitale sia un diritto inalienabile, non tariffabile e da assicurare anche in caso di morosità. Lo scandalo dei recenti distacchi è proprio questo: in via di principio vi comportate come il torturatore di Totò nel film "Totò sceicco". A nessuno potete distaccare l'acqua: dal punto di prelievo della rete pubblica, al privato deve essere consentito il prelievo del minimo vitale. In questo senso va l'ordinanza del mio Sindaco ed in sede giudiziale mi auguro che questo principio venga sancito, ribaltando quello assurdo che invece qualcuno è riuscito a "strappare", rendendo tariffabile il minimo vitale, rendendo così possibile quello che "inumanamente" la Vs. società riesce a mettere in atto. La saluto R. Alfano

p.s. sono ancora in attesa, dopo aver composto la mia vertenza con la Vs. società, del rimborso della depurazione.


Parole Chiave: news, acqua pubblica, gori spa, giovanni marati

Pubblicato il 21 Ottobre 2013 da La Redazione


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