Egregio direttore,
da tempo ormai molti cittadini si pongono interrogativi sull’esistenza dell’azienda speciale del Comune, Angri Eco Servizi. Gli ultimi avvenimenti sembrano aver rotto un muro di silenzio che da anni la riguarda.
Pippo Della Corte
E’ necessario ricordare che essa fu creata durante la gestione dell’ex sindaco Umberto Postiglione, diversi anni fa. Nel suo organico furono anche assorbiti una cinquantina di lavoratori socialmente utili, divenuti dipendenti dell’azienda. La creatura politico-imprenditoriale è legata al Comune da una convenzione che viene rinnovata ogni anno. In sintesi attraverso un canone milioni di euro, che i contribuenti versano al Comune sotto forma di imposte locali, finiscono nelle casse della municipalizzata che sostanzialmente riesce a vivere grazie alla cospicua somma che Palazzo Doria eroga a suo favore. Per l’anno in corso la cifra è pari a circa sei miliardi delle vecchie lire. Insomma è un’ azienda ad intero capitale pubblico che riesce a stare in vita grazie ai miliardi di vecchie lire che “pantalone” sborsa.
Diverse domande sorgono spontanee. A chi serve una struttura che da anni non produce un euro di utile? A chi serve un’azienda che vive solo grazie agli emolumenti pubblici ? Ma soprattutto a cosa serve ?? A mantenere in vita qualche posto di lavoro e qualche incarico ben remunerato? Da statuto la municipalizzata dovrebbe occuparsi di tutto il ciclo dell’igiene urbana, non solo dello spazzamento delle strade e del ritiro dei rifiuti. Avviene tutto ciò ?? Ad occhio e croce sembra proprio di NO. E se si disattende quanto indicato all’interno dello statuto di chi è la responsabilità?
A tal proposito, sin dalla sua nascita si osserva ad un continuo e pericoloso scaricabarile. Morale della favola è che i cittadini pagano, ma i servizi che dovrebbero essere erogati latitano. E ciò non dipende dalla veste giuridica dell’azienda, come molti vogliono far credere. Infatti secondo alcuni la trasformazione in società per azioni pubblica dovrebbe far cambiare l’ “andazzo”. La sostanza delle cose è che sarà sempre il contribuente a mantenere in vita una struttura che si presenta economicamente debole ed altamente costosa per le finanze locali.
Inoltre, sarebbe utile rendere pubblici i bilanci di AES. Sin dalla sua fondazione. Perché ciò non è mai avvenuto? Perché i tanti consiglieri comunali che si sono alternati sulle poltrone di Palazzo Doria non hanno mai preteso chiarezza nella gestione dell’AES? Sarebbe utile capire, cioè, in che modo milioni di euro vengono spesi e verranno spesi. Voce per voce. Sarebbe utile rendere pubblico a quanto ammonta il costo della consegna dei rifiuti in discarica, a quanto ammonta quello per la stampa di volantini e di manifesti, ma anche chi sono i fornitori e con che procedura sono stati scelti. A quanto ammonta il costo per l’acquisto delle buste che di tanto in tanto vengono distribuite, a quanto quello del mantenimento degli automezzi e del personale.
Non solo avere contezza degli stipendi degli operai, ma anche di tutti coloro che in maniera diretta, oppure indiretta (consulenti esterni) gravitano attorno alla struttura di via Stabia. Ciò semplicemente in ossequio ad un dettato legislativo riguardante la obbligatorietà della trasparenza degli atti pubblici. Ciò prima che questa esigenza di chiarezza e di trasparenza possa essere avanzata da altri soggetti con modi e forme sicuramente meno conviviali della presente. A quel punto fare chiarezza diventerà obbligatorio e nessuno più potrà tirarsi indietro.
Pippo Della Corte