Diritto all’acqua, il sindaco Mazzola mette a disposizione del Comitato uno degli immobili sequestrati alla camorra Durante un’accesa assemblea cittadina si è discusso delle iniziative concrete da mettere in campo per tutelare i cittadini angresi.
Un’animata ed affollata assemblea dei cittadini angresi promossa dal Comitato per il diritto all’acqua si è svolta ieri mattina presso la Casa del Cittadino in Piazza Doria. Una manifestazione a cui hanno partecipato, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, anche il sindaco Gianpaolo Mazzola e l’assessore al Contenzioso Salvatore Giordano.
La riunione doveva servire al Comitato, di cui è presidente l’avvocato Franco Bonaventura, per mettere a punto le iniziative concrete e le azioni da intraprendere nei confronti dell’attuale gestione del servizio idrico svolto dalla società Gori, e nei confronti del Comune per il periodo in cui lo stesso servizio veniva svolto dall’Ente cittadino, cioè fino al 2004.
A dire la verità una reale chiarificazione non c’è stata, soprattutto riguardo alla richiesta di rimborso delle somme versate per la depurazione e dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale per quei Comuni, come Angri, che non hanno impianti di depurazione. Secondo gli avvocati del Comitato la richiesta di rimborso va fatta esclusivamente al Comune, anche per gli anni successivi al 2004, perchè i cittadini non hanno mai firmato un contratto con la Gori. Una tesi discutibile che per essere praticata è facile prevedere che non basterà una sentenza di un Giudice di Pace ma si dovrà arrivare necessariamente agli ultimi gradi di giudizio previsti (Cassazione) e quindi tra qualche anno con esiti imprevedibili. Una scelta, quella di chiamare in causa il Comune di Angri anche per i periodi successivi all’ingresso della Gori, nonostante le somme siano state versate alla Società e non al Comune, alla fine potrebbe ritorcersi contro gli stessi contribuenti angresi che potrebbero vedere rigettati i ricorsi e addebitate le spese legali.
Nel corso dell’assemblea si è parlato anche del miglioramento del servizio idrico mediante il ritorno ad una gestione pubblica. Anche qui, a parere di chi scrive, la questione non può essere certamente risolta sic et sempliciter con l’avocazione del servizio da parte del Comune di Angri. E’ una soluzione, ammesso che si possa fare sul piano giuridico, che non risolve nessuno dei problemi che sono all’origine della protesta dei cittadini (bollette care, acqua pressoché non potabile, sistema forfetario di pagamento, sprechi nella gestione dell’acqua, eccetera, eccetera..) Problemi che erano gli stessi, identici e precisi, che venivano addebitati al Comune quando la gestione era in mano pubblica e che hanno generato nel corso degli anni migliaia di ricorsi che a tutt’oggi pesano come un macigno sulle casse comunali.
Discorso diverso quando si parla del controllo pubblico sulla gestione del servizio idrico. Assodato che l’acqua, proprio perché bene prezioso e raro, non deve essere sprecata ma deve essere pagata in modo equo e in rapporto all’utilizzo, spetta sicuramente agli amministratori, ai politici e ai cittadini organizzati il compito di studiare ed elaborare proposte concrete, possibili da attuare, che vadano nella direzione di una migliore efficienza del servizio, della trasparenza delle tariffe e del controllo complessivo sulla gestione del servizio effettuato dalla Gori.
La disponibilità del Sindaco Mazzola a ricercare tali soluzioni assieme ai cittadini e la messa a disposizione di locali sequestrati alla camorra quale sede del Comitato, in comodato gratuito, annunciata nella stessa riunione, sembra essere un primo passo concreto ed utile.