Potrebbero essere costruiti sessantanove nuovi alloggi dislocati tra il rione Ardinghi e fondo Badia. L’obiettivo è quello di risolvere dopo trent’anni dal sisma la questione dell’esistenza dei prefabbricati.
Ciò è quanto si apprende da un comunicato stampa firmato dal commissario straordinario Bruno Pezzuto e presente sul sito internet dell’amministrazione.
Gli interventi edilizi di tipo popolare ed a canone sostenibile si inseriscono in un provvedimento di carattere regionale risalente all’ottobre scorso. E’ infatti scritto nella nota comunale : “La Regione Campania in data 27.10.2008 ha pubblicato il bando di gara per la selezione dei programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canoni sostenibili proposti dai comuni. Il Comune di Angri, avendo ancora aree occupate da prefabbricati leggeri, ha partecipato al predetto bando, proponendo il progetto di riqualificazione delle aree di fondo Badia e la realizzazione di alloggi a canone sostenibile”.
L’intervento edilizio dovrebbe anche attivare l’economia locale, sebbene nell’ultimo quindicennio siano già state realizzate numerose palazzine e abitazioni, sia lungo la SS 18 che nella zona pedemontana.
L’intervento programmato prevede anche opere destinate alla collettività : “Detto progetto, che interessa un’area di circa 16.000 mq, prevede la realizzazione di 69 alloggi con annesse attività terziarie e la realizzazione di circa 8.200 mq di attrezzature pubbliche. Dette attrezzature vanno in parte a coprire anche esigenze pregresse del quartiere Ardinghi – Badia”. La maggior parte dei fondi per la realizzazione delle nuove case proviene dalla Regione, mentre in minima parte dovrà contribuire anche Palazzo Doria. E’ ancora scritto : “La proposta avanzata dal Comune è stata inserita nella graduatoria regionale dei programmi ammissibili a finanziamento per la somma di 8.765.000,00 euro con la previsione di un cofinanziamento da parte del Comune di 1.200.000,00 euro circa. Con il perfezionamento di tali procedure si realizzeranno nuovi alloggi a canone sostenibile per avviare a completa soluzione il problema dei residenti nei prefabbricati post-terremoto”. Insomma, dopo circa tre decenni molte aree dovrebbe finalmente essere rivalutate e rese realmente vivibili.