“Ci auguriamo che la nuova giunta possa ascoltare con attenzione la nostra proposta per venir fuori in maniera definitiva dal tunnel nel quale siamo piombati”, così ha esordito Antonio D’Ambrosio redigente del Cossap in merito alla querelle in essere tra gli utenti e Palazzo Doria.
“Ci auguriamo che la nuova giunta possa ascoltare con attenzione la nostra proposta per venir fuori in maniera definitiva dal tunnel nel quale siamo piombati”, così ha esordito Antonio D’Ambrosio redigente del Cossap in merito alla querelle in essere tra gli utenti e Palazzo Doria.
Il Cossap erettosi ad alfiere dei consumatori è ancora in campo. “Abbiamo appreso con sorpresa dagli organi di stampa che l’ex sindaco La Mura avrebbe consigliato al neo eletto Mazzola di perseguire la strada del muro contro muro attraverso l’iscrizione a ruolo per le bollette relative agli anni 2001-2004. Le nostre proposte formulate durante la passata gestione amministrativa sono rimastre inascoltate nonostante le numerose riunioni avute”, ha continuato D’Ambrosio.
Alla base dello scontro ci sarebbero ancora i 72 m.c. a persona forfetariamente adottati diversi anni fa da Palazzo Doria. “Numerose sentenze hanno sancito che il consumo dei 72 m.c. a persona non trovano titolo in potestà impositiva ma devono essere regolati da un rapporto contrattuale da configurarsi in natura del servizio effettivamente ricevuto, cioè dal consumo d’acqua fruito, erogato e testimoniato dalla lettura dei contatori. Aspetti oggi completamente assenti”, ha continuato.
Criticato anche il criterio del cosiddetto minimo impegnato. “Neanche il “minimo garantito o impegnato” è possibile richiedere in quanto l’Ente non ha fornito la prova scritta che gli utenti hanno accettato la relativa clausola contrattuale, pertanto il fruitore sarebbe tenuto al pagamento del consumo effettivo che a causa dell’assenza della lettura dei contatori non è possibile quantificare. Infine con la delibera n. 62 del tre luglio 1997 il Consiglio comunale dell’epoca revocava tutti gli atti precedentemente emessi compreso il regolamento che prevedeva il criterio dei 72 mc, senza però proporre nulla di alternativo”. Infine, D’Ambrosio avanza una propria proposta. “Occorre avviare una transazione bonaria con un minimo da quantificare, eliminando i 72 m.c. a persona ed applicando il pagamento indicato da alcuni giudici ovvero di cinquanta litri al giorno, ovvero 18 m.c. a persona per ogni anno in lite. E’ una proposta che consentirebbe al Comune di incassare somme che altrimenti a causa del perdurante contenzioso potrebbe inevitabilmente perdere. In ballo ci sono milioni di euro. Siamo disponibili a confrontarci costruttivamente con la nuova giunta”, ha concluso.