Bollette dell’acqua, la quota relativa alla depurazione non va pagata Sei consiglieri comunali chiedono al Sindaco di sospendere il canone e rimborsare chi ha già pagato
Torna d’attualità la questione riguardante il pagamento dei canoni di depurazione. Canoni che potrebbero essere restituiti ai cittadini se dovesse essere accertata la loro illegittimità. Tutta la materia è oggetto di un contenzioso che si trascina da lunghi anni. Da una lato il Comune dall’altro i contribuenti.
A rinfocolare la polemica in merito al costo per la gestione del servizio idrico e per l’annesso servizio di depurazione è stata una interrogazione rivolta al sindaco Gianpaolo Mazzola da parte dei consiglieri comunali del gruppo della Costituente di Centro. Daniele Selvino, Aniello Conte, Giacomo Sorrentino, Giuseppe Galasso, Roberto Giordano e Vincenzo Grimaldi hanno infatti rivolto al primo cittadino una serie di quesiti.
Nell’atto è scritto che : “Da più parti e da molti anni viene contestato il cosiddetto canone di depurazione, in forza del principio secondo il quale se nel Comune di residenza non sono attivi i depuratori per le acque reflue, la quota della bolletta destinata alla depurazione non deve essere pagata dai cittadini”. A supporto della propria tesi gli ex diccì hanno citato alcune sentenze della Corte Costituzionale con cui viene sancita l’illegittimità della richiesta di pagamento della depurazione delle acque in assenza del servizio erogato.
Infatti, è riportato che “la Corte Costituzionale, chiamata a giudicare della legittimità del pagamento della quota di depurazione nelle bollette dell’acqua, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”. In sostanza, i consiglieri di minoranza hanno evidenziato che in assenza del servizio effettivamente erogato non sarebbe dovuto da parte degli utenti alcun pagamento. E’ ancora scritto : “La quota in questione richiesta agli utenti della fornitura idrica non configura una tassa bensì il corrispettivo di un servizio il quale non viene erogato”.
Ovvero, i centristi chiedono all’amministrazione di attuare due misure : la prima dovrebbe consistere nella sospensione della richiesta del canone di depurazione, la seconda nell’eventuale rimborso a favore degli utenti di somme non dovute, ma già pagate. E’ riportato che l’amministrazione dovrebbe “sospendere con immediatezza la riscossione del canone di depurazione per i ruoli già emessi ed attualmente in riscossione e consentire il rimborso ai contribuenti delle somme indebitamente pagate a titolo di depurazione delle acque reflue entro il termine decennale di prescrizione, al fine di evitare che possa instaurarsi un nuovo contenzioso tra i cittadini e l’amministrazione comunale”. Anche in questo caso in ballo ci sarebbero milioni di euro che potrebbero non essere introitati da parte delle casse comunali.
Pippo Della Corte