CANONI IDRICI : L’ASSESSORE GIORDANO FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE "L’obiettivo principale è evitare che i canoni vadano prescritti così come avvenuto per quelli precedenti al 2002. "
Non si placa la polemica in merito alla questione canoni idrici. Tra breve saranno recapitate diecimila raccomandate da parte del Comune contenti le notifiche dei pagamenti relativamente alle acque reflue, al canone di depurazione ed al consumo dell’acqua potabile.
L’anno di riferimento è il 2002. L’operazione di stampa, imbustamento e spedizione costerà alle casse comunali circa settanta milioni di vecchie lire.
Un costo da sostenere visto che l’obiettivo finale è duplice : incassare liquidità ed evitare richiami e sanzioni da parte della magistratura contabile. In merito alla questione si è espresso l’assessore con delega al contenzioso Salvatore Giordano che sin dal suo insediamento ha affrontato la problematica. “La faccenda è complicata anche per il fatto che da tempo il problema stagnava irrisolto. L’amministrazione così come stabilito durante il consiglio comunale del dieci ottobre scorso ha adottato il criterio dei 18.25 mc a persona a titolo di acconto, salvo il resto se dovuto. Insomma il minimo.
L’obiettivo principale è evitare che i canoni vadano prescritti così come avvenuto per quelli precedenti al 2002. Per quanto il criterio da adottare al fine di quantizzare il consumo successivo è mia intenzione chiedere un parere alla Corte dei Conti.
Ciò ci consentirebbe di poter agire in piena legittimità. E’ l’unica strada percorribile per avere un riferimento certo da prendere in considerazione”. Il Comune negli anni passati non ha regolamentato un criterio su cui basare le richieste di pagamento e considerata anche l’assenza dei contatori non ci sarebbe nessun elemento su cui basare le richieste. “Ad Angri scontiamo un duplice problema. Da una lato l’assurdità del fatto che i contatori dell’acqua non sono mai stati istallati, dall’altro che le precedenti gestioni amministrative non hanno mai regolamentato il criterio su cui basare le richieste di pagamento all’utenza. Ciò ha ingenerato una enorme confusione che ha prodotto il contenzioso in essere. In questi quattro abbiamo cercato di mettere ordine e fare chiarezza superando il clima di conflittualità tra pubblica amministrazione e utenti”, ha proseguito. Intanto, molti cittadini avrebbero già pagato quanto precedentemente richiesto dal Comune la cui fatturazione è stata basata sui 72 mc a persona. Ovvero quattro volte in più di quanto recentemente deliberato e quindi richiesto. “C’è una incongruenza generata dagli errori del passato. Stiamo valutando una doppia strada, da una lato ci sarebbe la possibilità di restituire la differenza dovuta a chi ha pagato in più, dall’altro compensare il dovuto. L’obiettivo è di non creare disuguaglianze di trattamento ingerendo malcontento tra i contribuenti”, ha concluso.