Leggo con piacere che il candidato Pasquale Mauri ha deciso di rinunciare alla “indennità di funzione” nel caso di sua elezione a sindaco.
Pasquale si è evidentemente “ispirato” a quanto io vado annunciando da sempre in tutti i miei pubblici comizi, considerato che nelle sue apparizioni pubbliche non l’aveva mai dichiarato.
La mia convinta e “naturale” intenzione, tuttavia, è quella non solo di rinunciare per tutto il mandato, e non per soli due anni, al compenso di sindaco, ma anche quella di circondarmi solo di collaboratori disponibili a prestare la loro opera gratuitamente.
Questo per rispondere ad un legittimo risentimento da parte dei cittadini nei confronti del tradizionale ceto politico, non solo angrese, che pur non producendo nulla di buono continua a farsi pagare profumatamente con i soldi della collettività.
Ancora più incomprensibile, a mio parere, appare tale cattiva consuetudine quando a praticarla sono coloro che non ne hanno alcun bisogno perché già in grado di sopravvivere con quello che guadagnano con il proprio lavoro.
Ho sempre sostenuto che la pratica della politica è un servizio alla collettività, non una opportunità di guadagno; tanto è vero che ho sempre rifiutato qualsiasi tipo di compenso per consulenze prestate, e che ancora presto, per la Regione Campania e per altri enti.
Mi fa piacere, tuttavia, che il mio messaggio stia aprendo una breccia nel panorama politico angrese, e spero che anche gli altri candidati, oltre a Pasquale Mauri, dichiarino la loro disponibilità in merito.