Casa Serena, botta e risposta tra Don Silvio Longobardi e il Sindaco Gianpaolo Mazzola Il Responsabile Fraternità di Emmaus chiede al Comune di assumere i lavoratori della struttura che sta per chiudere, il Primo Cittadino risponde che non è possibile.
Pubblichiamo integralmente la lettera aperta che Don Silvio Longobardi ha consegnato ieri nelle mani del Sindaco, in cui spiega il progetto della Curia Vescovile riguardo a quella che fu la Città dei Ragazzi. Nella sua missiva Don Silvio ha chiesto che i lavoratori siano assunti dall’Amministrazione Comunale quali lavoratori socialmente utili. Riportiamo integralmente anche la risposta del Sindaco che, in sintesi, ribadisce l’impossibilità di poter andare al di là di un contributo alla Curia per i lavori di ristrutturazione.
Al dr. Gianpaolo Mazzola
Sindaco di Angri
Signor Sindaco,
vogliamo insieme progettare il futuro?
Lettera aperta al Sindaco di Angri
Signor Sindaco, Le siamo grati perché ci ha ricordato che il lavoro appartiene a quel bene comune che tutti, istituzioni e cittadini, siamo chiamati a promuovere. Le siamo grati per la tempestività con cui è intervenuto non appena si è accesa la fiamma della protesta.
Mi permetta, però, se mi consente, di sfogliare con lei alcune pagine della nostra storia. Sono pagine che Lei certamente conosce. E tuttavia, tra le tante parole di queste ultime settimane, non ho sentito alcun riferimento a questa vicenda. Può darsi che tra i molti giornalisti che in questi giorni si sono cimentati a raccontare la vicenda di Casa Serena, alcuni non sappiano nulla di quella gloriosa storia di carità che qui ha trovato una splendida espressione. Ma Lei, in quanto primo cittadino, questa memoria non solo la deve conoscere ma è chiamato a custodirla, come una preziosa reliquia.
Non tutti sanno che nel luogo dove attualmente sorge Casa Serena, 60 anni fa è nata la Città dei Ragazzi, è nata dal cuore e dalle energie di un prete, don Enrico Smaldone, che lì ha consumato la sua vita. Non è nata solo come un rifugio ma come un vero laboratorio educativo, un luogo che dava una casa e il calore di una famiglia agli orfani e che li preparava a diventare buoni cittadini, insegnando loro un lavoro. Aveva le idee chiare, don Enrico. La morte precoce, purtroppo, ha spezzato quel sogno. Chi ha continuato l’opera, non ha avuto l’estro e il carisma del fondatore. Fu così che agli inizi degli anni ’80, quella casa, nata per i ragazzi, ha cominciato ad accogliere gli anziani. Un’opera sociale senza dubbio meritoria ma che non ha mai fatto dimenticare il sogno di don Enrico.
Oggettive difficoltà di gestione e soprattutto interventi legislativi, che lei ben conosce, hanno fatto paventare il rischio di una chiusura. Mons. Illiano con profetica lungimiranza, invece di chiudere, ha chiesto alla Fraternità di Emmaus, realtà ecclesiale nata e ben ramificata nel nostro territorio, di assumersi la responsabilità di rilanciare l’opera sociale. Un gesto coraggioso. Abbiamo risposto con quella disponibilità che ha sempre caratterizzato la nostra storia. E abbiamo elaborato un progetto ampio e articolato che, oltre agli anziani, prevede anche l’accoglienza dei minori, soprattutto di quelli disabili, e delle madri con figli. Vogliamo riprendere quel sogno che ha percorso la vita di don Enrico e che nei decenni passati ha dato lustro ad un piccolo Comune come il nostro; e fare di quella struttura una Cittadella della carità.
Vorrei che si parlasse di questo, Signor Sindaco. A noi interessa fare di Casa Serena un luogo dove il volontariato sociale possa trovare spazi adeguati di espressione e dove la carità diventa terreno di dialogo e di collaborazione tra le persone. Se condivide questa progettualità, mettendo al bando ogni interesse privato, ci aiuti a realizzarla. Quando sarà completa, quest’opera richiederà la presenza di molti operatori, competenti e soprattutto giovani.
Noi comprendiamo la Sua preoccupazione di salvare il livello occupazionale. È giusto e doveroso mettere in atto tutte le possibili iniziative per attenuare il disagio. Abbiamo proposte concrete che presenteremo al tavolo della trattativa sindacale. Chiediamo anche a Lei di attivarsi, utilizzando ad esempio la Legge 468/97 che concede alle pubbliche amministrazioni di accogliere come Lavoratori Socialmente Utili persone che in seguito a esuberi sono rimaste temporaneamente senza lavoro.
Quello che non comprendiamo, mi permetta di dirlo, è la difesa ad oltranza di una struttura che ha bisogno di una profonda revisione sia sul piano edilizio, a causa dei nuovi parametri imposti dalla Regione, sia su quello sociale. È il bene degli anziani, il desiderio di offrire loro condizioni di vita più dignitose, che ci spinge ad attuare una complessa e costosa opera di ristrutturazione. Questo bene, ne sono certo, sta a cuore anche a Lei e so che farà tutto il possibile per tutelare i loro diritti.
Signor Sindaco, non si limiti a difendere il passato, ci aiuti invece a progettare il futuro.
Don Silvio Longobardi
Responsabile Fraternità di Emmaus
Angri, 27 novembre 2008
COMUNE DI ANGRI
COMUNICATO STAMPA
Alla luce della lettera aperta ricevuta ieri da don Silvio Longobardi, responsabile Fraternità di Emmaus, in riferimento alla vertenza di “Casa serena”, il Sindaco Gianpaolo Mazzola ribadisce la sua piena disponibilità a supportare, per quanto di sua competenza, la battaglia al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali per la salvaguardia della struttura di via Adriana e per la tutela del servizio di assistenza agli anziani fino ad oggi erogato.
In questa direzione il primo cittadino di Angri conferma la sua intenzione di concedere alla Curia (proprietaria dell’immobile) un contributo una tantum, da parte dell’Amministrazione comunale, per partecipare alle spese necessarie per la messa a norma della struttura ma chiarisce che l’Ente non ha il potere di assorbire come Lavoratori socialmente utili i dipendenti di “Casa serena” qualora gli stessi dovessero essere licenziati.
“E’ meglio chiarire questo concetto anche perché non mi sembra giusto né corretto illudere i lavoratori di Casa serena con false prospettive - ha precisato il Sindaco Gianpaolo Mazzola – Il Comune non ha alcuna possibilità di assumere i lavoratori di Casa serena come Lsu dell’Ente qualora gli stessi dovessero essere licenziati perché non c‘è alcuna legge che consenta agli Enti locali di assorbire dipendenti di aziende private. Pertanto, rispondendo a Don Silvio, confermo la mia massima disponibilità a continuare a supportare questa battaglia per la tutela di Casa serena, come ho finora fatto, dando garanzie rispetto a promesse che posso mantenere, ad impegni che la legge mi consente di assumermi. In tal senso va la mia proposta, che ribadisco, di mettere a disposizione della Curia, come Amministrazione comunale, un contributo una tantum per far fronte alle spese necessarie per la messa a norma dell’immobile. Una cosa, però, è certa. I tempi stringono e la Curia, proprietaria di Casa serena, deve intervenire presto.”