Bufera in Angri Eco Servizi.
Ieri mattina sono state protocollate da Peppino Ferraioli le proprie dimissioni da membro del consiglio di amministrazione, presieduto da Francesco Galasso.
L’azienda speciale resta, quindi, ancora al centro del dibattito politico.
Di recente è stata rinnovata la convenzione che lega la municipalizzata a Palazzo Doria. Stanziati a favore della struttura circa sei miliardi di vecchie lire.
Francesco Galasso presidente del Cda Angri Eco Servizi
Dopo un periodo di riflessione il presidente del circolo cittadino di AN ha quindi rotto gli indugi. “Avevo assunto un atteggiamento di attesa per capire in maniera più chiara come stavano evolvendo le cose.Mi sono reso conto che non posso più continuare con questa esperienza data la manifesta incompatibilità tra la volontà dell’amministrazione comunale e quella del consiglio di amministrazione”, ha esordito.
Alla base ci sarebbero quindi le frizioni emerse già da tempo tra la giunta del sindaco Gianpaolo Mazzola ed i vertici aziendali. “Ho ritenuto percorrere una strada coerente con la mia storia personale e politica pere evitare un gioco al massacro. Non aveva alcun senso continuare ad occupare una poltrona senza alcun concreto peso nelle valutazioni gestionali dell’azienda”, ha continuato.
Sullo sfondo anche la recente bagarre avvenuta durante l’ultimo consiglio comunale. A scatenare l’opposizione la presenza in azienda di un tale Roberto Rainoldi risultante dalla lettura di un verbale, ma formalmente estraneo alla struttura. Ad esprimersi nel merito anche il presidente del cda Galasso. “Mi corre l’obbligo di precisare che una sola volta si è verificata la presenza di persone esterne alle vicende aziendali durante le adunanze del cda, che tale persona non è per nulla organica al cda da me presieduto, che data la particolare delicatezza delle tematiche affrontate ed il modo come fu presentato in quella sede, il cd ritenne di segnalarne ufficialmente la presenza.
Il deliberato del CdA non è mai stato, nè mai sarà indirizzato da persone o principi che non siano in linea con la legge e con lo statuto e che quindi anche in quella circostanza la condotta dell’attuale CdA non fu - ne mai sarà - influenzata, ispirata ed indirizzata da persone, criteri o principi non conformi al dettato legislativo ed allo statuto”. Ed ancora. “Pertanto lungi dal solo ipotizzare eventuali illeciti amministrativi, la condotta dell’organo che mi onoro di presiedere, data l’unanimità e la coesione che ne ha contraddistinto l’azione, è stata ispirata dai soli principi di legalità”, ha concluso.