Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Gaetano Mercurio sulla risoluzione della crisi politico amministrativa al Comune. Naturalmente il nostro portale è a disposizione di tutti coloro che vogliono dire la propria opinione sull’argomento. Un invito “particolare” e pubblico è rivolto in tal senso all’assessore Antonio Squillante e agli amici di Alleanza Nazionale, affinchè i cittadini di Angri possano valutare con “serenità di giudizio” quanto è accaduto.
Caro direttore,
ti scrivo per chiederti asilo politico e porti una domanda.
Chi è il sindaco di Angri, Gianpaolo Mazzola o Antonio Squillante?
Nelle ultime elezioni comunali, sono sicuro, ha vinto Gianpaolo Mazzola, mi ricordo bene, perché io sostenevo Pasquale Mauri.
Ero convinto che dopo l’esperienza di Giuseppe La Mura, Angri e gli Angresi avessero bisogno di normalità e stabilità per questo credevo e ancora oggi i fatti mi danno ragione che il centro destra non è ancora pronto ad amministrare e gestire una città come la nostra cara Angri.
Il cambiamento auspicato da Gianpaolo Mazzola è fallito.
Ed è fallito, soprattutto, il progetto politico “la città futuristica”: quello del project financing, della privatizzazione dell’azienda eco servizi, delle politiche scolastiche europee, della riscossione dell’evasione per ridurre la pressione fiscale, dell’armonia burocratica tra cittadini e ente pubblico e potrei continuare ancora per molto, mi fermo qui, per non essere accusato di scrivere solo demagogie.
In ogni crisi che si definisce tale ci sono: il vincitore, i vinti e lo sconfitto.
Il vincitore in politica è quello che non si vede all’esterno, è il regista, colui che dirime le controversie, incastra i tasselli, muove le pedine e trova la soluzione.
In questa crisi il vincitore è senza ombra di dubbio l’onorevole Pasquale Marrazzo.
I vinti sono i cittadini che hanno assistito inermi ed anche indifferenti al tragicomico spettacolo andato in scena in questi tre mesi a palazzo di città.
Lo sconfitto è il Sindaco Gianpaolo Mazzola, al quale però si possono concedere l’onore delle armi: i motivi di questa sconfitta sono vari, ma ciò che emerge è la grande occasione che ha avuto il primo cittadino per poter attuare il suo slogan “Finalmente si cambia”.
Infatti, egli ha avuto l’occasione di dimettersi e per legge entro venti giorni ritirare le dimissione o confermarle, invece, ha scelto la strada dell’orgoglio che purtroppo in politica non “sempre” paga.
Ha atteso dai dissidenti un colpo di mano, invece, alla fine gli è stato imposto l’accordo ed a quel punto non ha avuto più la forza politica e morale di dimettersi, si è sottomesso alla volontà altrui per salvare il salvabile buttando a mare una grande occasione.
Hanno subìto il fascino del potere ed alla fine sono stati logorati.
Il delirio dell’io e nulla di noi.