Gina Fusco: “con Bartolo D’Antonio il Pd ha scelto una battaglia di retroguardia che io mi rifiuto di combattere” La dirigente del pd angrese chiarisce la sua posizione sulla candidatura del presidente dell’Anci Campania alle elezioni provinciali
Gentile direttore,
le Sue riflessioni mi spingono ad inoltrarLe questa nota per chiarire la mia posizione in merito alle candidature e, più in generale, alle scelte politiche del PD in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Avrei preferito farlo in altri termini e in altri modi per non aprire semplicemente un fronte polemico, delineando piuttosto una prospettiva.
Gina Fusco
Il Partito Democratico ha scelto una battaglia di retroguardia che io mi rifiuto di combattere.
Allo stato attuale siamo un Partito che decide di non partire. Un Partito che non prende coscienza di sé, rinuncia ad allargare la partecipazione e non ha il coraggio di ascoltare gli iscritti, gli elettori e gli stessi suoi fondatori. Il senso di appartenenza (che è molto radicato nella mia cultura) non può farci diventare sordi e ciechi: questo PD non mi piace ed io non credo nelle battaglie di retroguardia.
Con molta semplicità e molta onestà, il mio impegno in politica può significare solo avanguardia e scelte riformiste. Dire una cosa vuol dire anche farla. Sarò “indisciplinata”, nel senso che non seguirò la disciplina di un Partito che ha voluto definire le candidature senza ascoltare la base e ne pagherò le conseguenze, ma abbiamo bisogno di abbandonare questo crinale franoso e mostrare più coraggio e più determinazione. L’area di riferimento dell’ex sindaco Giuseppe La Mura (Bindi) e quella dell’ex vicesindaco Luigi D’Antuono e dello stesso D’Antonio (Campania Democratica) hanno fortemente voluto questo esito che rispetto, ma che non condivido.
Non ho avallato il candidato del PD, non perché è anziano, ma perchè è portatore di un metodo nel quale non credo. Nel PD angrese ci sono pesanti freni e trasversalismi che ho denunciato e combattuto, guadagnandomi minacce, intimidazioni e diffamazioni. So, però, di non essere sola e con questa consapevolezza bisogna trovare la forza di voltare pagina.
I giovani solo quando solidarizzano e progettano insieme possono determinare un cambiamento. Quando, invece, si fanno cooptare dai “vecchi” dimostrano semplicemente di avere tutti i loro difetti senza avere nessuno dei loro pregi e questi giovani, gentile direttore, valgono quello che valgono e l’età non li scagiona.
Gina Fusco