Caro direttore,
in qualità di dirigente del partito democratico, mi è doveroso replicare a tutti gli avventori che hanno strumentalmente polemizzato nei confronti dei firmatari del manifesto “ Gli elettori vanno rispettati”.
In particolare, mi rivolgo agli ex dirigenti ed intellettuali del pci-pds-ds e di qualche ex democristiano, ora sostenitori dell’amministrazione di centro destra del neofita Sindaco Gianpaolo Mazzola. Mi hanno sorpreso in questo primo anno di consiliatura, le contorsioni mentali a cui sono ricorsi per giustificare il proprio sostegno a questa amministrazione, e soprattutto, delle velate lamentele per le offese criptate contenute nel manifesto, addebitando la nuova classe dirigente di demagogia spicciola. Da quale pulpito viene la predica! Parlano proprio loro, che partecipando consapevolmente alla rivoluzione urbanistica che si sta preparando con la presentazione dei primi progetti finanza, non riescono a vedere ad un palmo dal proprio naso cosa sta succedendo in città.
È questo il senso di colpa? Allora la colpa è soprattutto nostra, per il nostro lungo silenzio!
Le loro priorità NON SONO “la viabilità al collasso, l’aumento spropositato delle tasse comunali, gli incarichi agli amici, ai parenti, agli amici degli amici, ai parenti dei parenti, la chiusura dell’asilo nido, la chiusura della mensa scolastica, il degrado ambientale della villa comunale, del centro sociale e delle periferie, il tragicomico spettacolo ecologico ed amministrativo di Angri Eco Servizi, la guerra dei poveri che si sta combattendo negli uffici comunali di piazza crocefisso, la vergognosa diatriba sulla proprietà dello scalo merci e tanto altro da non poter elencare per evitare di essere accusato di inutile, strumentale e spicciola demagogia”. Forse non se ne parla, perché si lavora per formare tacitamente quel “regime” che giorno dopo giorno prende forma e si consolida in città!
Un sistema di “regime” o “governo” cittadino che ha progressivamente integrato parte dell’opposizione rendendola di fatto compartecipe della politica della maggioranza, mentre nella città è diventato difficile trovare un esperto “estraneo” al collegio dei consulenti del Sindaco.
Basterebbe chiedere ai pochi imprenditori edili, alla maggioranza degli imprenditori commerciali e artigianali, alle associazioni di categoria ed agli esperti indipendenti, qual è stata, e quale è oggi, la loro condizione professionale e sociale in questo primo anno di amministrazione Mazzola. A leggere i giornali ed ascoltare i nostri concittadini, siamo arrivati al paradosso: si stava meglio nell’immobilismo di La Mura che nel finalmente si cambia di Mazzola!
Il post campagna elettorale ha determinato un inevitabile conseguenza: che è quella della scomparsa dai partiti di ogni dialettica politica. Una lezione politica ci è stata impartita dall’ex leader della coalizione di centro sinistra Pasquale Mauri che da un impeto di verità si è dimesso dal ruolo di consigliere comunale di opposizione con grande dignità umana e responsabilità politica nei confronti prima dei propri elettori e poi dei cittadini tutti. Questo gesto, invece, non rientra nei comportamenti elementari di politica, degli altri consiglieri comunali che hanno ritenuto opportuno tradire per non morire: “ siamo arrivati alla decadenza dei valori morali”?…il tempo è galantuomo! Tutto questo, caro direttore, spiega come gli elettori vedendo crescere il disastro sono stati illusi dall’alternativa, ed ora nella grande maggioranza si sono convinti che è bene assuefarsi al sistema di potere. Tanto è impossibile cambiare. Oramai il filo si è spezzato. Quel filo che teneva legato, anche tra mille difficoltà, la gente alla politica e alle istituzioni; siamo arrivati ai pericoli della democrazia?
Il problema è tutto qui. Se si vuole salvare la democrazia e la credibilità delle istituzioni c’è bisogno di un segnale forte di cambiamento. È necessario che questo cambiamento sia tangibile. La Mura fu mandato via prima che si compisse lo sfacelo, forse è questa la strada maestra? Giuseppe D’Avanzo editorialista de “la Repubblica”, qualche giorno fa in un suo articolo ha citato il filosofo Bernard Williams che spiega il termine verità. La verità offre due differenti virtù: la Sincerità e la Precisione.
La sincerità implica semplicemente che le persone dicano ciò che credono sia vero. Vale a dire, ciò che credono. La precisione implica cura, affidabilità, ricerca nello scovare la verità, nel credere ad essa. Più che dire la verità si deve capire dov’è la menzogna e quando va bene! E poter dire “Non abbiamo mentito…”
Ti ringrazio per la cortese ospitalità
Gaetano Mercurio