“No ai ricatti e alle offese” . Il sindaco di Scafati risponde picche alle accuse di Mazzola La polemica sulle poltrone da assegnare negli Enti comprensoriali. La gente: “Perché non li sciogliamo?”
E’ guerra aperta tra i sindaci di Angri e Scafati. Alle accuse di Gianpaolo Mazzola rivolte al primo cittadino di Scafati di essere “arrogante ed offensivo” ha risposto con tono altrettanto duro Francesco Bottoni che respinge “il ricatto e le offese” del sindaco di Angri. In ballo, nella disputa, ci sono le poltrone di presidente e vicepresidente di vari organismi e società sovracomunali, tra cui Agro Invest, Patto Territoriale, e Distretto Industriale.
Bottoni definisce le pretese del sindaco di Angri – “o mi dai la poltrona o usciamo dalle società” un autentico ricatto che va respinto subito, che non è stato mai fatto da altri suoi colleghi del centrodestra e tantomeno da quelli del centrosinistra che detengono il sessanta per cento delle quote delle società. “Non si risolvono i problemi con le minacce – ha sentenziato Bottoni – ma attraverso un confronto pacato e maturo”.
La polemica in atto tra i due sindaci pone all’attenzione dell’opinione pubblica dell’agro nocerino sarnese piuttosto altre considerazioni, che attengono alla mancata utilità pratica dimostrata negli anni da questi enti, il cui scopo principale era quello di favorire il rilancio economico e sociale dell’intero comprensorio.
Da “volano di economia e sviluppo”, si sono trasformati invece in autentici carrozzoni clientelari ad uso e consumo dei politici locali, soprattutto del centrosinistra, perché i comuni che ne facevano parte erano governati dai sindaci di quell’ appartenenza politica. Dopo le elezioni di Sant’Egidio del Monte Albino, Pagani ed Angri, gli equilibri si sono rotti. Adesso a rivendicare le “poltrone” sono quelli del centrodestra. Un ragionamento “politico” che , dal loro punto di vista, non fa una grinza.
L’opinione pubblica, invece, si interroga se non sia più utile sciogliere tutti questi organismi e società che non hanno apportato alcun benessere alle comunità ma aggiunto solo sprechi e clientele alla già dissennata gestione degli enti locali dell’agro nocerino sarnese.