Mai come in questa anticipata campagna elettorale, con il primo turno fissato per il prossimo 27 Maggio, la composita e divisa Sinistra angrese sembra tagliata fuori dalla possibilità di concorrere con candidature vincenti alla guida di palazzo Doria, in alternanza ai potenziali candidati di un Centro sempre più preponderante e predominante.
Le possibilità si sono quasi del tutto diradate anche per i Democratici di Sinistra. Per i Ds, infatti, le chance di ottenere la candidatura a Sindaco, dopo la fine anzi tempo dell’amministrazione La Mura, sono sostanzialmente inesistenti. Una situazione ancor più sfavorevole rispetto a due anni e mezzo fa, allorché il partito della Quercia, a conclusione dei 9 anni di amministrazione di Umberto Postiglione, avanzò, nel nome dell’alternanza, nei confronti degli alleati della Margherita, la candidatura a Sindaco del capogruppo consiliare uscente Luigi D’Antuono. Già in quell’occasione, il gruppo di comando dentro La Margherita, controllato dal sindaco uscente, alzò nei confronti di una tale rivendicazione un muro di ipocrisie e rinvii, per dire no e imporre alla fine il nome del cardiologo Giuseppe La Mura, la cui esperienza, sabotata dallo stesso gruppo postiglioniano, è andata purtroppo come tutti ormai sanno.
Il recente congresso sezionale, svoltosi il 17 e 18 Marzo scorso, per l’indicazione dei delegati all’assise provinciale, in vista della nascita del Partito Democratico (con la fusione di Margherita e Ds), e per il rinnovo degli organismi dirigenti locali (direttivo e segreteria) ha di fatto confermato un tale quadro per i diessini. Nella maggioranza fassiniana, uscita vincente con il 74,63% (6 delegati al congresso provinciale e 18 membri nel nuovo direttivo) dei voti andati appunto alla prima mozione (quella favorevole alla fusione con la Margherita), è infatti preponderante l’area di quanti, aggregatisi attorno alla rinata alleanza della capogruppo consiliare uscente Gina Fusco e dell’esponente dell’ala giovanile Alfonso Panariello, si sono adoperati per un rilancio dell’asse esclusivo con la Margherita, ma in condizioni e con intenti del tutto subalterni agli obiettivi politici e amministrativi dell’ala maggioritaria che fa riferimento ai fratelli Postiglione.
Di fatto quella che con l’ultimo congresso si è confermata maggioranza nei Democratici di Sinistra ha paradossalmente e sostanzialmente finito per assecondare la strategia della corrente postiglioniana volta a far saltare la non gradita ed avversata Giunta nata all’inizio dello scorso Agosto 2006, che dopo un lungo travaglio ha visto l’allargamento dell’esecutivo ad altri due partiti del Centrosinistra nazionale, Udeur e Sdi. Allargamento per il quale si era impegnato proprio il gruppo dirigente diessino, a partire dal segretario sezionale Lello Lo Schiavo, poi dimessosi e allontanatosi dal partito, e lo stesso assessore e vicesindaco Luigi D’Antuono, dimessosi prima della caduta di La Mura. Un gioco di sponda che aveva come principali intenti quelli di azzerare la Giunta agostana (con la messa in discussione dell’allargamento ad Udeur e Sdi), di mettere fuori gioco l’assessore e vicesindaco Luigi D’Antuono, inviso al gruppo postiglioniano (che mal digeriva il suo incarico all’Urbanistica) e di consolidare e affermare dentro la Quercia la leadership di Gina Fusco. Quest’ultima, infatti, avrebbe ricoperto l’incarico di assessore e vicesindaco proprio nella nuova Giunta che si voleva varare con il rilancio dell’alleanza Margherita e Ds. Un piano che, non andando al loro posto diversi tasselli, è naufragato e ha provocato una deflagrazione proprio nei Democratici di Sinistra. I consiglieri Danilo Avagnano e Matteo Cirulli sono entrati in rotta di collisione con la capogruppo Fusco e la sua area di riferimento, l’hanno sfiduciata e, alla fine, si sono dimessi insieme ad altri nove consiglieri determinando la caduta dell’Amministrazione La Mura. Il comportamento dei due consiglieri è stato in seguito demandato al giudizio dei probi viri provinciali.
Il congresso sezionale, tranne alcune voci dissonanti, ha sostanzialmente messo un tappo sulla vicenda, riducendo la due giorni svoltasi nella Casa del Cittadino ad una mera incombenza burocratica, dove si è fatto pesare il pacchetto di tessere acquisito nei mesi scorsi, con un risultato bulgaro per i fuschiani-fassiniani, temperato alquanto dal risultato della mozione Angius votata dal 22,38% degli iscritti (1 delegato e 5 membri nel direttivo). Un risultato di mera testimonianza, invece, per la critica mozione Mussi, con il 2,98% dei voti (nessun delegato, né presenza nel direttivo).
Ai 23 membri eletti nel direttivo si aggiungeranno di diritto il presidente dei garanti e il segretario della Sinistra giovanile. A Francesco Fasolino è stata attribuita la presidenza della costituente per l’Ulivo.
Rinviata l’elezione del segretario sezionale, che non può che essere espressione dell’area fassiniana. A Francesco Buonaventura, assessore uscente, qualcuno guarda come la migliore soluzione per mediare tra le diverse posizioni.