“Padre…padre perché ci hai abbandonato?”. Questa è una delle scritte corredate dalla foto del vescovo Gioacchino Illiano portate al collo dai dipendenti di Casa Serena, scesi in strada per protestare contro la probabile chiusura del plesso. Il clima di tensione resta sempre acceso. E’ di ieri mattina la manifestazione dei lavoratori che hanno anche occupato simbolicamente via Adriana impedendo la normale circolazione veicolare.
Centinaia gli automobilisti rimasti imbottigliati nel traffico mattutino. La protesta è durata per circa mezz’ora ed ha visto il coinvolgimento di una trentina di persone. Intervenuti sul posto sia i carabinieri della locale stazione guidati dal comandante Egidio Valcaccia, che gli agenti della polizia municipale coordinati dal dirigente Michele Pontecorvo.
La struttura per anziani rischia la chiusura. L’hospice sarebbe in dismissione ed i dipendenti non sarebbero intenzionati a mollare senza prospettive il proprio posto di lavoro. Da mesi è aperto un fronte sindacale per evitare licenziamenti. Lo spettro della disoccupazione sarebbe però sempre più concreto. Un autunno caldo che potrebbe chiamare in causa direttamente le gerarchie ecclesiastiche comprensoriali. La struttura è di proprietà della Curia di Nocera-Sarno ed è gestita da alcuni decenni dalla congrega Santa Margherita di Angri.
Alla base della possibile chiusura della struttura alcuni rilievi elevati da parte dei carabinieri del NAS e dei vigili del fuoco : la palazzina sarebbe considerata non sicura e sarebbero assenti alcuni parametri relativi alla possibilità di accogliere persone non autosufficienti. Carenza che se non sanate ne potrebbero causare la chiusura. A quanto pare, data l’assenza di fondi utili per adeguare la sede alla normativa in vigore sarebbe sempre più probabile l’imminente fine delle attività. A rischio anche gli anziani ospiti di Casa Serena che potrebbero essere allontanati dal plesso e condotti presso altre sedi. Da lunghi anni l’ospizio fornisce un utile servizio sociale a favore degli anziani soli e privi di assistenza. Ora, tutto potrebbe essere messo in discussione. Dovranno essere i familiari dei “nonnini” a trovare la giusta soluzione. Sul fronte lavoro si sarebbero anche tenuti degli incontri tra i sindacati ed il vescovo Gioacchino Illiano.
Ad oggi non sembrerebbe essere emersa però una soluzione praticabile e tesa a scongiurare i licenziamenti. Da qui la protesta di ieri. In una recente nota il delegato sindacale della Cisl Domenico Desiderio ha scritto: «Il lavoro oggi viene messo in discussione con disinvoltura e senza nessuna motivazione. Abbiamo avuto la conferma della possibile chiusura. Se ciò dovesse essere la decisione definitiva e non condivisa dalla rappresentanza sindacale, comincerò lo sciopero della fame». Ancora incerto anche il futuro dello stabile in via Adriana. Indiscrezioni da verificare avrebbero fatto emergere la possibilità di collocarvi una o più “Case Famiglia”, attività di certo più redditizie grazie ai cospicui contributi pubblici.