Scelta del candidato sindaco Pdl, l’ex assessore Salvatore (Savino) Giordano chiarisce le sue condizioni “Se non c’è unitarietà nel Partito, non sono disposto a fare l’agnello sacrificale di nessuno”
Salvatore Giordano, detto Savino, potrebbe essere l’uomo in più del centrodestra, capace di dare vita ad una sintesi condivisa, facendo da collante tra Antonio Squillante e Gianfranco D’Antonio. Una terza via che potrebbe tirare fuori il partito dalle sabbie mobili nel quale è appantanato.
L’obiettivo è quello di ben figurare visto l’imminente appuntamento elettorale, mettendo fine alla evidente spaccatura in corso. Giordano, cinquant’anni, è avvocato ed appartiene ad una distinta famiglia della borghesia cittadina. Ha un passato nel mondo dell’associazionismo cattolico, essendo stato per anni capo scout. Non è un uomo di partito, sebbene sia stato nel recente passato assessore della giunta guidata dall’ex sindaco Gianpaolo Mazzola.
. Il professionista, politicamente molto corteggiato in questo periodo, ha mostrato di avere le idee chiare. “E’ vero, molti mi stanno contattando, ma non ho velleità di fare il sindaco. Ringrazio per la stima ma è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Ha poi continuato, aprendo al dialogo e lanciando un messaggio a Squillante e D’Antonio: “L’idea potrebbe maturare solo al verificarsi di precise condizioni: il PdL nella sua unitarietà mi proponga con chiarezza la candidatura dandomi sia garanzie politiche che un progetto serio da condividere. Nel caso contrario non sarò disposto a fare l’agnello sacrificale di nessuno, né intendo essere eventualmente un sindaco di transizione”.
Una stoccata poi a chi in questo anno e mezzo di commissariamento prefettizio non ha saputo preparare la campagna elettorale: “Mi meraviglia che il PdL sia giunto sostanzialmente impreparato alle elezioni. Un anno e mezzo di pausa non è servito a svelenire gli sterili personalismi dando vita ad un progetto serio e condiviso di coalizione. Ora, non vedo perché dovrei assumermi la responsabilità di togliere le castagne dal fuoco. Siamo quasi fuori tempo massimo”.
Ha poi compiuto una lettura verosimile di ciò che sta accadendo: “Dispiace che a pochi giorni dalla presentazione delle liste ed a poco più di un mese dal voto ci si attardi facendo solo chiacchiere e infantili battibecchi. Qualcosa mi induce a pensare che ci siano accordi taciti per garantire la vittoria elettorale a qualcun altro. Sarebbe un errore che i rappresentanti locali del PdL dovranno poi spiegare e motivare alla cittadinanza”. Insomma, nel centrodestra la confusione continua regnare sovrana.