I fattori che determinano gli esiti di una campagna elettorale sono molteplici. In quest'ultima tornata elettorale, però, ai fattori tradizionali si sono aggiunti eventi e strumenti che con la tradizione di Angri poco avevano da spartire.
Spaccature di tipo personalistico nel centro-sinistra, vecchie classi dirigenti impreparate a far fronte a quella scossa politica che, dal suo epicentro milanese, ha impiegato più di dieci anni per raggiungere le terre dell' Agro. Un utilizzo spregiudicato delle emittenti televisive locali, un ampio ricorso a personaggi che dalle tv nazionali traggono linfa e forza persuasiva, testimonial quanto meno discussi, soldi, tantissimi soldi.
Più che Pasquale Mauri ha perso la sua linea, la sua concezione della politica. Una linea improntata alla razionalità ed alla coerenza. Razionalità , perchè piuttosto che infiammare le folle ostentando la sua fede calcistica o la devozione per San Giovanni, ha incentrato tutte le sue argomentazioni sul ritorno alla normalità e sulla soluzione delle crisi angresi. Coerenza, perchè pur di mantenere la parola data ai suoi sostenitori, ha rifiutato l'apparentamento con quel centro-sinistra con cui si era scontrato, ed a cui attribuiva la responsabilità di dodici anni di amministrazione. Confrontando i risultati del primo turno e del ballottaggio, è evidente che questa scelta è stata pagata nei termini di uno spostamento dell' Ulivo verso Mazzola. Pasquale Mauri ha in sostanza perso con la dignità di un condottiero, come chiunque sia mosso da quella che un tempo si chiamava "una causa".
Gianpaolo Mazzola, all' inverso, può ben vantare una vittoria personale, o quanto meno familiare. Assieme al fratello Massimiliano, ha strappato una candidatura a Salerno all' ultimo momento ed ha avuto la forza di dominare i partiti suoi alleati, piegandone l' iniziativa ai disegni strategici della propria campagna. Ha vinto, in altre parole, il partito personale studiato da Mauro Calise, un partito costruito attorno all'immagine di un leader, un partito non-partito che come il New Labour di Tony Blair e Forza Italia di Silvio Berlusconi accetta di mettersi da parte e di consentire "la centralizzazione strategica delle funzioni di comunicazione". In questo scenario Massimiliano Mazzola ha giocato il ruolo di Kinnock angrese, imponendo ai suoi alleati un salutare isolamento del fratello Gianpaolo, e l'accentramento delle decisioni presso il suo staff tecnico.
Dai fattori ai risultati. Gianpaolo Mazzola è il nuovo sindaco di Angri, il più giovane della storia cittadina, uomo di destra come non se ne vedevano a Palazzo Doria da tre decenni. Il suo avversario, Pasquale Mauri, è invece il vero capo del consiglio comunale, con una maggioranza di fedelissimi pronti a seguirlo nelle sue battaglie d'opposizione. La stabilità della nuova amministrazione verrà messa alla prova nei prossimi mesi, e nessun esito è scontato. Resta il dato di fatto che i Democratici di Sinistra, e tutte le forze alla loro sinistra, sono fuori dal consiglio comunale e da qualsivoglia possibilità di intervenire sulle vicende politiche di Angri. E il barcone semi-clandestino del Partito Democratico locale affonda verso il lato della Margherita.
... passiamo ai fatti.
vorremmo:
un Angri felice;
una politica officina di progresso che guidi l'economia;
un sindaco che rappresenti gli interessi di tutti gli angresi;
un centro sinistra che partecipi attivamente ai lavori del consiglio comunale per onorare con deliberati di qualità la maggioranza assoluta conseguita;
che il centro sinistra e la destra rispondano alle attese di Angri provando a scegliere insieme le cose da fare per migliorarlo.
La politica è affascinante quando semplifica lo scontro, concilia gli opposti interessi e promuove lo sviluppo!
Postato da: Rosario il 14-06-2007
Il potere logora chi non ce l'ha?
La fortuna ha voluto che il cambiamento politico lambisse anche la nostra decadente città.Quest'articolo è l'ultima testimonianza di un'era tramontata,per qualcuno ancora oggi, un baluardo trabbalante su cu appigliarsi.
Viva l'alternanza democratica.Viva la giustizia politica, viva la coerenza.
Postato da: Alberto77 il 14-06-2007
forse
ma non lo vedo tanto logoro mauro.
Postato da: enrico il 15-06-2007
un bell'articolo,ma tendenzioso
caro redattore,
apprezzo il suo sforzo nel mettere insieme tante dicerie o concetti non proprio politici, ma la realtà è ben diversa da quella descritta da Lei.
La logica dei partiti è una voce salda ed indiscutibile che va oltre le entità locali..Piuttosto diciamo che il dott. Mazzola ha saputo con un progetto chiaro attirare l'entusiasmo di chi è nella stanza dei bottoni..Ora è inutile cercare di attribuire al dott. Mauri la sigla di condottiero perchè penso che dall'alto della sua esperienza politica e a bocce ferme sa benissimo di aver fatto degli errori.
Purtoppo nel nobile mestiere di politico chi sbaglia paga secondo la legge plebiscitaria...
Sono d'accordo sul fatto che Mauri sarà un capo nel consiglio comunale..perchè senza di lui nessuno dei sui amici di battaglia ha un profilo politico degno del nome.