Caro direttore,
il mese scorso scrissi sul tuo autorevole portale una missiva, nella quale, evidenziavo che la crisi politica del centro destra si basava sui principi dell’antipolitico e dell’apolitico.
L’antipolitico era rappresentato da alcuni consiglieri comunali “dissidenti”che avevano l’indiosincrasia di fare opposizione pur la loro longeva esperienza.
L’apolitico sono invece, i consiglieri comunali che avevano il timore “a ragion veduta” di essere collocati nel cerchio dell’ignonimia.
Brevemente mi permetto caro direttore, di illustrare i passaggi salienti di questa crisi e come si è arrivata alla soluzione, grazie al quale, spiegherò anche questa distinzione.
Il tutto inizia con la famigerata delibera di consiglio comunale di esternalizzazione dei servizi.
In quell’occasione, il vicesindaco Antonio Squillante con l’appoggio politico di cinque consiglieri comunali: Gianluca Giordano, Antonio Mainardi, Francesco D’Antuono, Avagnano Danilo ed il capogruppo Armando Lanzione riescono a far rinviare il punto in discussione suscitando le ire del Sindaco Mazzola.
“Esprimo una mia opinione: è l’unica volta che ho condiviso la scelta dei dissidenti, abbiamo già sbagliato a far entrare la GORI nelle nostre case ed è diabolico commettere lo stesso errore”.
Il giorno dopo arriva la risposta del Sindaco: revoca della delega di vice sindaco a Squillante e la richiesta di dimissioni del capogruppo della PDL Armando Lanzione.
Dopo alcuni giorni il colpo di scena. Colpo di scena che ritengo inconsueto, in un ambiente, quello della politica angrese, dove vige la norma che cane morde cane.
Questa volta i morsi si sprecano e il più traumatico di tutti è stata la sconfessione esplicita, senza giri di parole e di circostanza, delle accuse tramite l’affissione per le strade cittadine di un manifesto a firma di Antonio Squillante con il quale, accusava il primo cittadino di affarismo e poi di aver tollerato a palazzo di città una giunta ombra.
Ed a queste accuse c’è un’aggravante ed è il comunicato stampa successivo al manifesto di Squillante a firma dei dissidenti che chiedono ai membri della giunta di abiurare alle loro ideologie politiche ed aderire al progetto della PDL.
Nel contempo, a rafforzare la posizione politica del Sindaco è stata l’espulsione di Alfonso Campitiello dal partito di Alleanza Nazionale.
Non tanto per l’espulsione che da statuto del partito era la logica conseguenza del diniego, ma ciò che ha fatto scalpore e sicuramente da stigmatizzare è stata l’accusa del presidente territoriale di A.N, Giuseppe Ferraioli rivolta al giovane Campitiello che è quella di non avere dignità.
Alla luce dei fatti e di come si è conclusa la crisi, consiglio a tutti di abbassare i toni perché in politica: Mai dire Mai.
Dopo alcuni mesi di totale empasse arriva la svolta, grazie all’intervento degli organi provinciali.
Antonio Squillante smentendo se stesso rientra a fare il vicesindaco.
Armando Lanzione eletto nella lista dell’UDC, abbandona il gruppo consiliare per divergenze con l’on Marrazzo e si accoda al primo cittadino che lo fa nominare capogruppo della PDL.
Dopo qualche mese litiga con il Sindaco e diventa il capogruppo dei dissidenti, si conclude la crisi amministrativa e il Sindaco su indicazione dei dissidenti con la regia occulta dell’onorevole Marrazzo lo nomina assessore ai servizi sociali in quota Alleanza Nazionale.
Mi fermo qui, caro direttore, andare oltre diventa imbarazzante.
Grazie direttore per la cortese ospitalità. Dio benedica tutti noi.