Frequentava le strade di Angri e S.Lorenzo da alcuni anni. Vendeva quel che vendono molti suoi connazionali per esser d’aiuto alle famiglie in patria: fazzoletti, accendini, accessori per automobili.
Una forma di elemosina che gli orgogliosi magrebini hanno da tempo elaborato per non soccombere a quella dissonanza cognitiva che li vuole “commercianti” a casa e “mendicanti” in terra straniera. Una forma di sopravvivenza psicologica che non è bastata al piccolo Noureddine.
Pressoché solo tutto il giorno, sotto il sole cocente di questa fine Maggio, lontano dalla famiglia, con un fitto da pagare tra pochi giorni per quei pochi metri quadrati di spazio in cui a sera andava a depositarsi tra le sue cose. Ieri pomeriggio è crollato, dopo aver chiesto perdono ad Allah.
"Non possiamo tacere dinanzi a questa morte assurda né possiamo archiviarla come un evento isolato e imprevedibile. – dice Antonietta Abete dell’Associazione Progetto Famiglia - Un suicidio è sempre l’esito di una condizione di estrema solitudine, il frutto avvelenato di una società in cui ciascuno è abbandonato a se stesso. Ma dov’è finita la coscienza civile se tutti passiamo e guardiamo senza fare nulla?".
Nell'Agro abbiamo servizi comunali e sovracomunali che dovrebbere prendersi cura di questi ragazzi, lo sappiamo tutti e paghiamo tutti per averli. Ma è inutile ora tentare di dare la colpa a qualcuno, tutti noi siamo passati davanti a lui in questi anni. Cerchiamo solo di recuperare dalla solitudine gli altri ragazzi come Noureddine, prima possibile, senza aspettare che Dio, poi, ci perdoni.
perchè a nessuno di noi interessa...diciamoci la verità,nn abbiamo il coraggio di fare qualcosa x questi ragazzini..li vediamo, li guardiamo e ce ne andiamo...e poi andiamo a messa...E POI VOGLIAMO CAMBIARE IL MONDO!