In forse i lavori pubblici previsti in piazza Doria. Farebbe ancora discutere la delibera n. 182 del quattro ottobre 2005, con cui l'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Giuseppe La Mura dava il via libera ad alcuni lavori di ristrutturazione e sistemazione di palazzo Dorai e piazza san Giovanni. La delibera fu aspramente contestata da alcune associazioni, da alcuni comitati e dal gruppo di Azione Giovani. Furono raccolte più di duemila firme per evidenziare l'opposizione al progetto presentato e di conseguenza alla delibera che di fatto lo faceva proprio. La delibera, mai modificata, prevede esplicitamente lo spostamento del monumento eretto a memoria dei caduti della prima guerra mondiale che da circa un sessantennio non ha mai subito cambiamenti.
Il progetto è stato finanziato dall'UE attraverso la società Patto per l'Agro. La statua raffigurante il milite ignoto sarebbe dovuta traslocare in un'area dove un tempo erano ubicati i bagni pubblici, lasciando la sede storica al centro di piazza Doria.
Un luogo non ritenuto idoneo per il valore storico e simbolico della statua bronzea. Una modifica mal digerita da un cospicuo numero di cittadini. La querelle relativa all'eventuale spostamento del monumento non sembrerebbe quindi essere giunta al capolinea, ciò nonostante l'amministrazione in carica guidata dal sindaco Gianpaolo Mazzola avrebbe dato espresse rassicurazioni che ciò non avverrà .
Intanto, penderebbe in merito anche un parere vincolante del Consiglio di Stato. Ciò a seguito di un ricorso straordinario presentato da Antonio D'Ambrosio, redigente del Comitato spontaneo salute pubblica, al Presidente della Repubblica di allora Carlo Azeglio Ciampi. Il Presidente preso atto del ricorso rimandò l'incartamento ai competenti ministeri.
Ora ad esprimersi dovrà essere il Consiglio di Stato su indicazioni del ministero per i Beni e le Attività Culturali, guidato dal ministro Francesco Rutelli. Il tribunale amministrativo potrebbe infatti anche accogliere favorevolmente nel merito il ricorso presentato invalidando la delibera n. 182, nonostante la gara d'appalto sia stata esperita e siano stati assegnati i lavori. Tutto quindi dipenderebbe dalla sentenza del Consiglio di Stato. Tra breve il tribunale romano potrebbe mettere la parole fine alla intera querelle esprimendosi nel merito della questione. Un eventuale parere favorevole invaliderebbe la delibera contestata bloccando i lavori. Si attendono ulteriori sviluppo per mettere la parola fine al contenzioso in essere.