“S’è scetate o sound “ , blues un po’ partenopeo e un po’ salernitano Il nuovo cd del gruppo musicale angrese E Sarracin, sta riscuotendo successo tra gli appassionati.
Peccato. Proprio mentre Sanremo mostra la sua faccia canora peggiore, nei vicoli della città ‘E Sarracin "nati nell'entroterra campano, ad Angri, un comune dell'agro nocerino sarnese, in provincia di Salerno, cresciuti come un pò tutti i gruppi "di cantina": ci vediamo oggi in garage da me, ci vediamo domani da te... " nello storico “Vico rè Rore” – Vicolo Rodi – hanno presentato la loro pregevolissima opera seconda.
“S’è scetate o Sound”, pregevole grappolo di blues rinchiuso in un bellissimo cd tutto d’ascoltare. Uno scrigno di vita comune cantata “mo pè raggia, mo p’è passione”‹‹ma soprattutto il divertirsi nel suonare insieme, quindi di conseguenza divertire anche chi ti ascolta, una cosa che amiamo fare›› scrivono i “guaglioni” del blues. Con i loro brani ci devi avere un approccio ferale, di istinto e di emozione, sentirli come fossero proprio, una “cantolina” della personalissima quotidiana essenza.
"Ci piace suonare un pò di blues a modo nostro,infatti, quando ci chiedono che genere fate è sempre un pò difficilotto rispondere, ma visto che all'interno del gruppo c'è un'influenza napoletana e da un'altra salernitana, rispondiamo che il nostro è un blues partenopeo e parte salernitano. Siamo riusciti con i nostri risparmi a fare un prodotto nel 2003 "chi guarda e chi aspetta" e stiamo facendo un pò di economia per il secondo prodotto ›› nato e accolto bene da chi ama questa genuinità musicale.
Si sente sofferenza e si avverte sussistenza nelle parole di Emilio Valoroso, fratello del vocalist Antonello “Schizzo” che sa pennellare le parole dandogli colore e calore. Perfino temi attuali e sentiti diventano un sottile acquarello di calde e colorate parole ‹‹Ubriachi dagli occhietti dolci/ che scintillano nelle fontane/ nei fiumi sempre più vicini/ e volare come gli aeroplani››. Aeroplani. Si immagina la fuga dalle radici, ma il cuore si ferma a battere incessante sul prato poroso dello stadio comunale ‹‹Simmo gli Ultras ‘e sta città/ cu ò pallone dint’ ò core››, uno dei pochi punti di riferimento collettivi presenti in una città dormitorio che preclude le prospettive dei giovani, dove incoraggiare chi prede a calci un pallone diventa ragione di vita e di evasione dalla noiosa tristezza del vuoto. La profondità della musica e delle parole de ‘E Sarracin sta nella loro semplicità e nella loro spontaneità, nelle improvvisate e immediate jam session
"Le nostre belle suonate ce le facciamo un pò dove capita - dicono quelli della band - e non ci interessa fare comizi, però vorremmo lasciare un messaggio a tutti: vogliatevi sempre bene e non peccate troppo di presunzione, ma tanta tanta umiltà, perchè è quello il segreto che fa grandi personaggi".
Ed eccoli, con questo nuovo e interessante cd, a ravvivare i Nostri sottofondi musicali. Brani pronti a diventare commento sonoro delle psicopatologie della Nostra vita quotidiana. Canzoni pronte a rimarcare i Nostri tic, i rituali, l’amore di provincia, quello del vicolo e la malinconia che ostinatamente si cela dentro, malgrado il nostro rifiuto, in ognuno di Noi.
Loro sono pronti a cantare l’assenza di una persona cara. Anche l’elaborazione del lutto diventa un verso affresco musicale, sound di malinconia struggente che ricorda “i morti” di James Joyce nell’interminabile notte di veglia, dove i dettagli ambientali evocano il passato delle case angresi "na lanterna sempre appicciata/ nu camino ca fiamma smorta/ tutt’attuorno stamme assetate/ ma sta vota senza la nonna".
La nonna, con la mantella di lana lavorata con i ferri, icona di un passato e di una infanzia che i giovani non potranno mai capire fino in fondo. E’ il Nostro passato. "Ve volimm' bben" dicono i quattro della band.
Noi presenti rispondiamo "Pure nuje".