Tiene ancora banco la questione acqua. Ancora ricorsi da parte degli utenti in merito alla vicenda dei canoni idrici. L’anno sotto accusa è il 2002. La querelle che si trascina da anni e che sta creando problemi alle diverse amministrazioni comunali potrebbe riprendere in maniera virulenta. Indiscrezioni vogliono che in questi giorni sarebbero stati presentati presso gli organi competenti altri sessanta ricorsi, che si aggiungono alle migliaia già presentati negli ultimi anni. Un conflitto tra contribuenti e amministrazione che non accennerebbe a diminuire.
Alla base i criteri di applicazione della tariffa, ritenuti dai legali non in linea con le norme in vigore. Il Comune avanza crediti dagli utenti per milioni di euro. Tra prescrizione del credito e illegittimità delle richieste in questi anni le casse comunali hanno assistito a cospicui mancati introiti per decine di miliardi di vecchie lire.
In particolare gli utenti ed loro legali stanno tenendo in scacco l’Ente adducendo due motivazioni che sino ad ora sono state ritenute valide dai Giudici di Pace del Tribunale di Nocera Inferiore. Due in sostanza gli elementi su cui si basano i ricorsi dei cittadini : l’addebito degli importi in base ad un consumo presuntivo forfetario, già ritenuto illegittimo dai giudici, e la retroattività della delibera comunale 46/2005. Il primo aspetto si basa sul fatto che la maggior parte delle utenze cittadine siano sprovviste degli apparecchi di misurazione, ovvero i contatori e ove installati sarebbe assente la loro lettura.
Il secondo elemento risiede nella illegittimità dei provvedimenti amministrativi retroattivi così come disciplinato da alcune sentenze della Corte di Cassazione come la n. 9344/2004 in cui si recita che “con riferimento al contratto di acqua potabile (ove presente) i provvedimenti di adeguamento delle tariffe idriche non hanno efficacia retroattiva, atteso che gli atti amministrativi di regola non possono avere alcuna efficacia retroattiva”.
Sembra quindi ancora in alto mare tutta la vicenda legata alla somministrazione ed al successivo pagamento delle bollette dell’acqua, nonostante i tentativi attuati dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Gianpaolo Mazzola. Sullo sfondo anche la difficile situazione economica del Comune che continuerebbe ad attraversare una fase economicamente difficile. L’elemento che peserebbe di più sarebbe l’assenza di liquidità. All’Ente non resta che difendersi in giudizio in autotutela. Continuerebbero quindi a fioccare i ricorsi dei cittadini non intenzionati a pagare in assenza di una certificazione adeguata dei propri consumi. Una contrapposizione che sembra condurre in un vicolo cieco.