Tiene ancora banco la situazione finanziaria del Comune. Dai dati diffusi dall’ufficio ragioneria dell’ente e riportati all’interno della relazione firmata dall’assessore alle finanza Antonio Squillante si è appreso che il Comune potrebbe chiudere il 2007 con un deficit di un milione di euro. Due miliardi di vecchie lire che potrebbero pesare notevolmente anche alla luce delle spese da affrontare. Alla luce di ciò si potrebbe riaffacciare l’ipotesi, già circolata durante la gestione del sindaco Giuseppe La Mura, di alienare alcuni beni immobili comunali.
Il regolamento comunale per la vendita dei beni immobili non fu approvato in tempo utile dalla compagine amministrativa targata Ds - Margherita. L’ipotesi potrebbe ora riaffacciarsi, sebbene nulla in tal senso è avvenuto. Si tratterebbe solo di indiscrezioni non confermate da fatti. La vendita di alcuni beni di proprietà del Comune potrebbe almeno in parte rispondere alle esigenze di liquidità dell’ente. Una modesta ancora di salvezza per la forte carenza di denaro nelle casse comunali.
Da un elenco si è appreso che il Comune è proprietario di numerosi suoli agricoli posti nelle aree periferiche e di alcuni immobili ubicati nel centro cittadino. Numerosi terreni sono stati dati in locazione a “prezzi politici” e si troverebbero in località Orta Corcia e Palmentello. Tra i suoli figura anche l’area del Chianiello. Gli immobili sono invece dislocati tra il centro storico e corso Vittorio Emanuele. Tra essi figurano l’ex casa del fascio Palazzo Forno, dove attualmente è ospitato l’istituto professionale per l’agricoltura, alcuni garages posti nei pressi della scuola media Opromolla, un palazzo di tre piani posto tra via Semetelle e corso Vittorio Emanuele, al cui interno sono ubicati gli uffici dell’Asl SA1, e altri immobili ubicati nella parte antica della città dati in locazione ad alcuni commercianti.
Da una prima approssimativa stima il valore dei beni ammonterebbe a circa cinque milioni di euro. Un importo non elevato che potrebbe garantire però una vitale boccata di ossigeno alle esangui casse locali. Dovrà essere un regolamento comunale a stabilire i criteri, la tempistica ed ad individuare eventuali soggetti specializzati per la valutazione, la gestione e la eventuale vendita dei beni. Niente per ora si è mosso in questa direzione anche in considerazione del fatto che occorrerà capire se tecnicamente l’alienazione potrà essere formalizzata.
Resterebbero esclusi da una eventuale vendita gli immobili storici di maggiore pregio tra cui il Castello Doria, la villa Comunale, la casa ex combattenti, l’ex casino sociale. Escluse anche le strutture scolastiche e sportive, e ovviamente l’attuale sede municipale di piazza Crocifisso. Dovrà essere l’attuale compagine amministrativa a dover compiere una valutazione in merito a quanto già ventilato durante la passata gestione.
Se ho capito bene lo sbilancio negativo è di cirda 2 miliardi delle vecchie lire.
Se i crediti, (come è stato affermato) sono 60 miliardi delle vecchie lire, mi chiedo, e se si tentasse di incassasse almeno il 10% del credito (quindi con una altissima percentuale di inesigibilità pari al 90%) avremo una entrata di 6 miliardi di lire.
Facendo un rapido misero conteggio avremmo risanato le perdite, e in più 4 miliardi di lire nelle casse comunali
Ci vuole una laurea con lode per capire questo?
Qualcuno muova il sedere dalla poltrone e si dia da fare.