Partito Democratico di Angri, quale futuro?

Gianluigi Esposito “riapre” il dibattito politico ripercorrendo le tappe e le scelte del suo Partito negli ultimi anni ma con lo sguardo rivolto al futuro

Partito Democratico di Angri, quale futuro?

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Direttore,

scrivo non per dare seguito ad una polemica con il dott. Luigi D’Antuono, ma perché ho preso spunto dal commento in calce allo spiacevole scambio epistolare con il quale Lei ha risposto ad un lettore.

Trovo giusta la necessità e l'interesse verso un approfondimento delle questioni di dialettica interna ad un partito. La storia e il futuro di una formazione politica vengono fuori anche da simili scontri, basta saperne trarre profitto. Magari nei partiti si ritornasse alla discussione anche animata, ma salutare per la vita stessa della politica che oggi è troppo spesso fatta di capi che impartiscono ordini e di gregari che li eseguono!

Vede, caro Direttore, io sono molto critico con me stesso, deformazione professionale (sic!), e sono consapevole di non aver svolto al meglio il ruolo di consigliere comunale. Questo mi fa essere quasi sempre contrario a candidature che non provengono da un vero percorso politico. Vengo eletto a 23 anni, anzi ripescato per le dimissioni di Testa (convinto da Postiglione e consorte ad accettare la carica di assessore e non per l’intervento divino di qualcuno), e fino a quel momento non conoscevo assolutamente nulla sul funzionamento di un Comune!

Quello che mi colpisce oggi, è che non si fa più autocritica, nessuno si chiede perché il centrosinistra non ha più governato. Se a vincere siamo noi, allora la gente ha saputo votare, se vincono gli altri, allora si tratta di clientele e malaffare. Noi non sbagliamo mai, perché siamo infallibili! Ho partecipato ad un momento amministrativo entusiasmante: il consenso ricevuto nel 1999 ci consegnò la volontà dei cittadini di dare una svolta a questa città, ebbene io credo che pur avendo lavorato tantissimo, almeno il doppio delle amministrazioni poi succedutesi, qualcosa non ha funzionato. Abbiamo portato avanti tanti lavori pubblici, ma sicuramente non abbiamo fatto delle scelte architettoniche importanti. Abbiamo investito molto nel sociale, nella cultura, nella creazione di posti di lavoro stabilizzando gli LSU, eppure all’ombra di un sindaco come Umberto Postiglione, capace di lavorare anche 18 ore al giorno, si sono create sacche di parassitismo che andavano dalle nomine familistiche ai gruppi di consulenti che sembravano onnipotenti e che si sono sostituiti alla politica.

Il sentore che qualcosa era andato storto lo ebbi all’indomani delle regionali del 2005, avevamo già vinto con affanno le comunali dell’anno prima, ma quelle elezioni sancirono la fine di un ciclo. Fui uno dei pochi a fare campagna elettorale per Postiglione e ricordo che quando giravamo c’era sì rispetto per lui, ma si avvertiva anche una sorta clima accusatorio.

Un caso emblematico fu la pessima accoglienza ricevuta nella zona pedemontana. Lì avevamo sbloccato l’annosa questione delle cooperative che stavano sorgendo e avevamo iniziato anche gli alloggi per gli abitanti dei prefabbricati, eppure, proprio lì, fummo investiti da una valanga inquisitoria. La gente ci accusava di aver creato l’opportunità delle cooperative per la casta. Lì c’erano i politici, non la gente comune! Nonostante tutto, Postiglione ebbe dalla città più di 3000 voti, pochi dirà qualcuno, ma aveva pagato le accuse e la campagna denigratoria di certi personaggi che senza di lui mai avrebbero avuto un ruolo nella vita politica di Angri.

L’amministrazione La Mura fu certamente caratterizzata da molte ombre, dovute all’inesperienza del Sindaco e alla sua difficoltà di decifrare prontamente i meccanismi politici e amministrativi. Nonostante tutto, Peppino La Mura provò a compiere una rivoluzione mettendo mano ad una vera ristrutturazione della macchina comunale. Violò qualche santuario e fu mandato a casa.  Le elezioni del 2007 determinarono la vittoria di una destra fino a quel momento debole. Ricordo, caro Direttore, che alla prima riunione di centrosinistra, si disse che la destra aveva vinto perché era un comitato d’affari! Nessuna autocritica, io solo sollevai la questione e mi fu detto che certe cose non le potevo dire!

Il vero problema è tutto nell’incapacità politica di certi dirigenti, e qui voglio tranquillizzare l’ex vice  sindaco, io non lo giudico “corto” per un presunto difetto fisico che non conta, ma “corto” per non riuscire mai a disegnare una strategia politica di ampio respiro, lui, come qualcun altro, non sono, a mio modesto avviso, riusciti a guardare oltre il proprio naso.

Anche i fatti del 2007 relativi alla sua mancata candidatura a sindaco ne dimostrano i limiti politici, perché è inconcepibile che si chieda ad un direttivo di creare una rosa di nomi da sottoporre ad un altro partito, in quel caso l’UDEUR di Pasquale Mauri fiero oppositore in consiglio comunale, che avrebbe dovuto fare la scelta finale! Molti di noi sapevano che bisognava ricostruire un rapporto con l’elettorato, c’erano quelle accuse da parte della città che non potevamo ignorare e auspicavamo che qualcuno avesse avuto il buon senso di accompagnare il processo di rinnovamento, di guidarlo da un’altra posizione, e invece no.

Ma non voglio iniziare polemiche, oggi il PD non può commettere gli errori del passato. Non possiamo permetterci il lusso che tre “autorevoli” esponenti, sconfitti alle primarie, determinino una candidatura scellerata come quella delle ultime provinciali, solo per dare forza ad una guerra da parte dei bassoliniani, contro giovani dirigenti di aria deluchiana.

Non possiamo e non dobbiamo più tollerare che qualche dirigente del PD, “per il bene di Angri”, decida di votare la destra nel 2007 per poi essere ricompensato con incarichi fiduciari dal Sindaco Mazzola, e pretendere dopo di ritornare nel partito occupando lo stesso ruolo. Le ultime amministrative che si sono svolte a Napoli e Salerno, ci hanno consegnato una destra allo sbando che non ha saputo creare pratiche di buon governo, ma ci hanno anche dimostrato che è stata archiviata l’era bassoliniana, tra molte ombre e poche luci, e che all’interno del PD ha vinto non chi ha i pacchetti di tessere e chi ha forzato la mano con i fondi da destinare ai comuni solo in base all’appartenenza di un sindaco ad una data corrente all’interno del partito, ha vinto chi ha avuto la capacità di interpretare i bisogni della collettività, chi ha dimostrato che nelle istituzioni si sta come monaci francescani e non come sovrani con tanto di cortigiani osannanti e interessati.

Ha vinto chi ha mandato in crisi il notabilato dei partiti e ha puntato su giovani dirigenti validi, perché stanco della solita frase: “tengono i voti e ce li dobbiamo tenere per forza”. Ha vinto chi non ha usato la doppia morale, chi ha saputo riconoscere la legittimità del dissenso. Ha vinto quella parte del PD che non è fatta di anime morte e chi si è riconosciuta nella capacità amministrativa e politica di Vincenzo De Luca. Il Sindaco di Salerno e la coalizione di centrosinistra che lo ha sostenuto hanno aperto una fase politica nuova in Campania a cui si può guardare con fiducia. Bisogna chiamare a scelte radicali anche le forze politiche che radicali non sono per definizione. L'area moderata è l'interlocutore possibile per creare le condizioni di un nuovo rilancio del confronto politico-amministrativo e sociale della nostra regione, così come a livello nazionale.

E ad Angri cosa dovremmo fare? Adottare l'antimaurismo come credo politico per giungere prima possibile ad un nuovo commissariamento? Assistere basiti a deliri di onnipotenza di sedicenti leader? Continuare a chiederci perché mai votare contro gli indirizzi partecipati sul PUC e provvedimenti di sviluppo come i progetti di Housing sociale?

Non siamo disponibili ad appiattirci, in questo consiglio comunale, sulle posizioni del PDL in nome di una presunta guerra santa contro Mauri, raccogliendo così un dissenso formato da tutto e il contrario di tutto. Le nostre posizioni le esplicitiamo noi con chiarezza, non abbiamo bisogno di rafforzativi di destra!

Io credo che dovremmo sforzarci tutti per un miglioramento del clima politico e poi pretendere un miglioramento della qualità dell' azione amministrativa che è ancora per tanta parte insoddisfacente. Dobbiamo chiamare ad un confronto serio l’Amministrazione e l’UDC sui temi più delicati dell'attualità (a partire da emergenza rifiuti e congiuntura economica) e soprattutto dobbiamo chiedere una scelta di campo precisa, perché come angresi noi non possiamo non combattere scelte scellerate di politica provinciale come quelle sulla sanità, sui trasporti e sui rifiuti che ci penalizzano pesantemente!

Gianluigi Esposito

Parole Chiave: news, gianluigi esposito, partito democratico, politica, antonietta giordano, luigi d'antuono senior

Pubblicato il 09 Agosto 2011 da La Redazione


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