Fanfara dei Carabinieri, Pasquale Mauri ribalta la versione di Ferraioli

Vorremmo una volta tanto poter intervenire per elogiare questa Amministrazione e poter dire: hanno fatto meglio di noi. bravi! ma per ennesima volta ci vediamo costretti a dover intervenire non già per difenderci, ma per sottolineare la pochezza di chi non perde occasione per “elemosinare” attenzione e gettare fango su tutto e tutti.

Oggi tocca alla benemerita fare da scudo. Il debito con la fanfara di 159,08 € è l’ennesimo pretesto per attaccare la passata amministrazione. Un mero fatto di gestione lo si vuole far passare come un atto di inaffidabilità e insolvibilità. I fatti sono semplici e chiari: il 19.12.2013 venne chiesta l’adesione alla fanfara con l’impegno di farsi carico degli oneri previsti, previa comunicazione dell’importo, anche attraverso l’istituto della permuta. In data 22.2.2014 si tenne l’evento di intitolazione della strada al gen. Niglio e solo il 28.12.2014 fu comunicato all’Ente l’importo  in oggetto.  Gli atti furono trasferiti agli uffici preposti per i relativi adempimenti.

Dopo poche settimane dalle nuove elezioni amministrative,  la questione, rimasta irrisolta per motivazioni puramente amministrative,  fu portata a conoscenza diretta della segreteria del neo sindaco e ci meraviglia che ci siano voluti ca.6 mesi prima di prenderne atto e darne questa strumentale e grottesca diffusione.

Certo fa più clamore porre l’accento su 159,08 euri, far apparire l’amministrazione Mauri inadempiente e insolvente addirittura verso l’Arma, che prendere atto della riduzione del debito dell’Ente da 25 milioni a 16 milioni, del pagamento di ben 9 milioni di debiti, contratti e maturati nel corso delle passate amministrazione, onorati e pagati come se fossero i propri.

La misura è colma. Finirà mai questa lotta meschina e qualunquista. Si riuscirà mai a dare una svolta propositiva e concreta alla gestione politica ed amministrativa di questo paese, o dovremmo sopportare per tutto il periodo che questa amministrazione resterà in piedi, il nulla che si rappresenta. Pasquale Mauri. (c.s.)