I bersaglieri ad Angri, il fascino del cappello piumato

A sfilare in testa a tutti il bersagliere angrese Cecconi Oberdan, 91 anni, tre medaglie al merito militare

Il Bersagliere Oberdan di  Angri

Il raduno dei bersaglieri a Salerno ha contagiato col suo fascino tutte le cittadine della provincia. Le piume al vento, la mitica fanfara del corpo istituito dal generale La Marmora hanno di corsa proposti motivi patriottici tipici del corpo e fatto tornare indietro nel  i più anziani e i congedati che numerosi hanno seguito la manifestazione. Anche i giovani, comunque sono rimasti affascinati dalle note e dallo sventolio delle piume, tanto che numerosi hanno seguito la sfilata che il sindaco Mauri ha voluto ad Angri in occasione appunto del raduno nazionale. 

Le strade angresi sono diventate un lungo palcoscenico e la gente si è accalcata numerosa prima per curiosità poi, trascinata dalla bellezza della divisa e  del cappello piumato, hanno reso omaggio al corpo dei bersaglieri con un entusiasmo indicibile. Partito dal centro storico, la fanfara di Viterbo del presidente Rossettini, ha sfilato per le strade cittadine tra una folla festante e un tripudio di tricolori. Momento emozionante e toccante si è vissuto quando gli ottoni di Viterbo si sono fermati in piazza Doria per suonare il mitico silenzio al monumento dei caduti per poi rendere onore al simbolo dell’angresità, il castello Doria, una volta sede della civica amministrazione. 

Ai piedi del monumento sulle note dell’inno di Mameli  è stata deposta una corona di fiori per ricordare i tanti erosi angresi caduti per difendere la Patria nelle guerre che hanno interessato l’esercito italiano. La cerimonia è poi diventata un po’ meno solenne, infatti riattraversato i giardini di villa Doria col classico passo di corsa e suonando per i viali alberati fino a raggiungere il palco. Tante sono state le marce e gli inni tipici dei bersaglieri, ma il momento più toccante è stato quando la fanfara viterbese ha intonato l’inno del Reggimento di papà, Il maestro capo banda fedele al motto “bersaglieri a venti anni, bersaglieri tutta la vita”  ha voluto dedicarlo ai congedati e particolarmente a un giovane angrese di novantuno anni in divisa che ricordavano i colori del deserto africano, il bersagliere Cecconi Oberdan, cavaliere della repubblica, reduce dalle battaglie in Libia, Cirenaica e Tripolitania dal 1940 a 1943. Oberdan sfoggiava con orgoglio le sue tre medaglie al merito militare appuntate sul petto di una divisa color sahariana tipica delle guerre sostenute dagli italiani durante la campagna d’Africa. Una leggera brezza faceva sventolare le piume che pendevano dal suo caschetto tipico della divisa utilizzata di quel tempo  mentre sugli attenti seguiva e cantava il testo del Reggimento di papà, scritto e dedicato appunto a quanti avevano lasciato i figli a casa prima di partire per il fronte. Insomma Oberdan ha catalizzato le attenzioni del pubblico ostentando fierezza di essere appartenuto al corpo dei bersaglieri e con orgoglio ha cantato sugli attenti l’Inno di Mameli dando un ulteriore esempio di attaccamento alla divisa e principalmente alla bandiera per cui ha combattuto e sofferto.  

Vincenzo Vaccaro

Parole Chiave: news, eventi, bersaglieri, cecconi oberdan

Pubblicato il 22 Maggio 2013 da La Redazione


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