In Turchia la Premiere di “Sinfonia d’Aprile” del compositore campano Francesco Colasanto

Il concerto che si è svolto lo scorso 9 novembre, nell’ambito di una collaborazione ERASMUS+ “Power of art” con l’istituto TAN di Bursa, ha visto anche la partecipazione del soprano Anna Corvino che, diretta da Roberto Maggio, ha eseguito brani di Morricone e di Braga.
I giovani musicisti della “Giovanile” accompagnati in trasferta dal Direttore del Conservatorio di Avellino Carmelo Columbro  e con il supporto dei Maestri “tutor”  Patrizia Maggio e Simone Basso, docenti del Conservatorio, hanno sostenuto quasi un’ora di concerto eseguendo musiche di Colasanto, Sakamoto, Morricone, Braga e Piazzolla.
Pubblico in delirio alla fine del concerto anche grazie alla preziosa performance della già affermata soprano Anna Corvino che ha chiuso il concerto eseguendo l’ ”Ave Maria” dello stesso Colasanto . Molto apprezzato anche il “fuori programma”  dell’ospite, la giovanissima cantante serba di soli sedici anni Andjela Ninkovic  che ha letto una pagina del nostro Puccini (“Oh mio babbino caro”) .
Il compositore Angrese, da diversi anni ormai residente a Pagani, dopo la “Premiere” della Sinfonia “Terra!” eseguita con successo in Polonia nel 2016 ha inanellato dunque  un altro successo. Il Teatro “Tayyare Kültür Merkezi” di Bursa dalla capienza di quasi mille posti ha registrato infatti il tutto esaurito. Molto soddisfatti anche gli sponsor del concerto, “Yasilova holding” e la stessa città di Bursa che, ricordiamo, è una fiorente città di oltre un milione ed ottocentomila abitanti situata a duecento km circa da Istanbul.
Ad impreziosire il  “programma” di sala, la  “presentazione” della suite di Colasanto ad opera del Prof. Egidio Pozzi, esimio musicologo e docente dell’Università della Calabria di cui riportiamo uno stralcio: “Rispetto alle composizioni per grande orchestra dello stesso compositore, “Sinfonia d’aprile” mantiene lo stile neo-tonale mentre la maggiore semplicità della scrittura melodica e del costrutto formale deriva probabilmente dai riferimenti al folklore meridionale che se da una parte allontana questo pezzo dalle caratteristiche del Neo-romanticismo tedesco e dalla ricerca tematica tipica di molti autori della “New Symplicity”, dall’altra garantisce un ascolto piacevole e immediato. (Egidio Pozzi)”