Presentato il libro “L’Audacia della Carità” sugli scritti di don Enrico Smaldone

(foto di Salvatore Alfano)

Una platea attenta ed interessata ha partecipato alla presentazione del libro “L’Audacia della Carità”, che raccoglie gli scritti di don Enrico Smaldone, sacerdote angrese scomparso nel 1967, ma il cui ricordo è ancora vivo e presente nella memoria di molti, che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui per la realizzazione della Città dei Ragazzi.

La dott.ssa Giovanna Abbagnara, direttrice del mensile Punto Famiglia, ha moderato gli interventi dei tre relatori: don Silvio Longobardi, autore del libro e responsabile della Cittadella della Carità; don Mario Vassalluzzo, vicario episcopale della diocesi di Nocera Inf.-Sarno e autore della prima biografia dedicata a don Enrico; Mons. Franco Alfano, vescovo di Sant’Angelo de’ Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia.

Presente all’evento il Sindaco di Angri, Pasquale Mauri, che ha aperto l’incontro salutando gli intervenuti e lanciando un appello a tutti gli angresi a riscoprire il valore della Carità, dell’amore per il prossimo. Nelle prime file erano seduti anche i tanti familiari di don Enrico (lui era quinto di dieci figli), alcuni dei quali hanno collaborato nella raccolta degli scritti e delle foto presenti nel libro.

Molto interessante l’intervento di don Franco Alfano che ha riletto alcuni scritti di don Enrico, collegandoli a piccoli brani del Vangelo, e raccontando con passione e dedizione la storia di questo giovane prete angrese che nell’immediato dopoguerra cercò di dare un futuro a molti ragazzi poveri e soli. Particolarmente toccante l’invito del vescovo lucano a prendere esempio da questo santo sacerdote per dare risposta alle esigenze dei giovani e meno giovani che ancora oggi chiedono risposte d’amore alle proprie difficoltà. Stimolante l’intervento di don Mario Vassalluzzo, che ha proposto un parallelo tra l’opera di don Enrico e quella di San Giovanni Bosco, entrambi sacerdoti ed entrambi appassionati educatori.

L’incontro all’Auditorium Giovanni Paolo II testimonia, ancora una volta, l’affetto che gli angresi nutrono per don Enrico, la cui opera benefica ha cambiato la vita di molti suoi concittadini.

Carmine Giordano