Terlizzi: i segni di un Cantore dell’Incoscio
A Milano con trenta opere visionarie il maestro di Angri celebrato a Spazio Tadini
Continua con successo a Milano “Apologia della Superficie” la personale di Ernesto Terlizzi visitabile fino al 18 Aprile.
E’ con la riproposta di questa bella e intensa recensione, pubblicata sulla pagina nazionale de “Il Mattino”del 26 Marzo a firma di Antonio Pecoraro, che vogliamo rendere omaggio al lavoro del nostro autore, sempre più impegnato, specie in questi ultimi anni , con importanti mostre in spazi pubblici e gallerie d’arte tra le più significative del nostro paese.
“Le 30 carte che Ernesto Terlizzi sta esponendo da sabato 29 Marzo allo Spazio Tadini Via Jommelli, 24 a Milano lo consacrano, ormai, come cantore dell’inconscio, maestro di tutto quello che ai comuni mortali non è dato vedere, ma che rimane la faccia nascosta di ogni uomo,per calarsi nel profondo della psiche la dove, si nasconde la porta dei nostri sogni. L’artista si serve di un segno grafico elementare, una linea però che non resta immobile ma pulsa e si trasforma secondo le inclinazioni profonde di chi la guarda.
Così,mentre solca la carta thailandese martellata che gli fa da supporto, questo segno magico di Terlizzi ci sorprende perché può dilatarsi di poco e somigliare ad una piuma, allargarsi ancora un poco e avvicinarsi ad un occhio, appena può restringersi in una bolla d’aria che un naufrago in procinto di annegare fa salire alla superficie dell’onda che lo ha appena inghiottito. Prodigi questi che all’artista riescono bene, dal momento che ha attraversato tutta la contemporaneità dall’informale all’astratto, assorbendo la lezione dei grandi Burri e Fontana fino a tutti gli altri. E’ passato dal collage alla stampa a rilievo dimostrando sempre grande versatilità e crescente padronanza della tecnica. Si è mosso con genialità lungo un personalissimo itinerario che tuttavia non gli ha fatto del tutto abbandonare il figurativo, che rimane per lui, un gesto estremo. Gesto al quale ricorre sempre, con grande parsimonia e straordinaria incisività, per dare spazio talvolta ad allusioni sottili o a fantasie nascoste,oppure a timori estremi come quelli che si accendono quando i sogni tenacemente coltivati, svaniscono e si disperdono per il cielo.
E’ una poetica questa che Terlizzi riassume in “Lotta con le onde” (foto in alto) dove la mano bella e disperata ha mollato la presa e cosi ha perduto la vita. Magari nelle acque di Lampedusa.”
Parole Chiave: news, arte, ernesto terlizzi, spazio tadini, milano
Pubblicato il 04 Aprile 2014 da La Redazione
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