“Immersi nella luce”

La lettera del Vescovo Giuseppe Giudice in occasione della Commemorazione dei defunti

cimitero angri

«Carissimi,  dialogare con voi in questo mese di novembre, stagione fredda dei morti, non è facile, ma può essere salutare per ciascuno di noi: ci ricorda che il colloquio continua. Dobbiamo ammettere che da quando ve ne siete andati, lasciandoci soli e smarriti sullo stretto marciapiede della terra, il dialogo in forme diverse, non si è mai interrotto. 

Dove siete? Nella terra, nel nostro cuore, o in Cielo? 

Siete, innanzitutto, nelle nostre case, dove tutto parla ancora di voi e dalle quali, nonostante la morte, non siete mai usciti definitivamente. 

La Chiesa ci insegna a pregare per i defunti con una bella preghiera, che deve essere sempre compresa e approfondita: L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. 

Ci ricorda la Chiesa, Madre e Maestra, che voi riposate, per questo i cimiteri sono detti anche dormitori. Dopo la fatica della vita, o all’improvviso durante i giorni migliori, voi riposate in attesa del suono dell’ultima tromba. Riposate e non siete nel buio perché dinanzi a voi risplende la lampada che è l’Agnello, che illumina la città santa dove ora voi abitate. 

Voi riposate e siete immersi nella luce, mentre noi ci agitiamo e siamo perduti nella nebbia. Com’è bello il dialogo con voi, corrispondenza di amorosi sensi! Dialogo da intessere per rielaborare la vita e, nella vita, il lutto affinché non esploda in sfilacciature esistenziali. 

Senza paura, senza fretta, senza reticenze, ma con disponibilità e affetto, noi morituri continuiamo a parlare con voi, ora viventi in Lui. E tra voi e noi, diaframma solo il corpo, continua il dialogo della preghiera, delle Messe, dei ricordi, degli affetti, della nostalgia, tutto impastato nella speranza. 

Siete con noi sempre, senza più la paura di perdervi e la vostra presenza, colta solo dagli occhi dell’amore, è garanzia di sostegno, comunione, continuità oltre il tempo e le cose. Dialogo delle lacrime, dei perché, del come, del se e del ma e poi, nella luce della fede, il dialogo si fa silenzio e compagnia. 

E ci accorgiamo che quella volta che abbiamo segnato sul calendario del cuore, non ve ne siete andati, ma avete camminato solo un po’ più avanti, siete nell’altra stanza, mentre di qua attendiamo l’incontro finale, oltrepassando la porta. 

Com’è bella l’immagine raccontata dai nostri emigranti della nave che salpa lasciando tutti con i fazzoletti in mano a piangere, mentre quando la nave arriva dall’altra parte, c’è ancora sventolio di fazzoletti, ma ora intrisi di lacrime di gioia». 

Parole Chiave: news, commemorazione dei defunti, vescovo

Pubblicato il 01 Novembre 2015 da La Redazione


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